associazione
inflazione
L’edilizia a -13%
abbatte il Pil trentino
In Trentino nel 2012 sono stati prodotti beni e servizi per 16 miliardi 332
milioni di euro. Depurando il dato dall’inflazione, il Pil provinciale è sceso del
2%, un po’ meglio dell’Italia e del Nord Est, entrambi al -2,4%.
I
l Pil è stato abbattuto soprattutto dal calo degli
investimenti, scesi dell’8,9% rispetto all’anno
precedente, e in particolare degli investimenti in
costruzioni, precipitati del 12,7%. Certo, anche i consumi sono scesi, del 2,1%, mentre export e spesa pubblica, che hanno tenuto, non compensano le altre voci. Ma la mazzata alla crescita è arrivata soprattutto
dal mattone.
Povertà: in Trentino +11%
di persone bisognose
di Stefano Frigo
In Trentino aumenta dell’11%, rispetto al 2011,
il numero di persone che nel corso del 2012 si sono
rivolte agli operatori della Caritas. Le persone
incontrate dai 420 volontari di Caritas sono state
3.696, 360 in più rispetto all’anno precedente.
Del 43% aumentano anche le richieste ai Centri
di ascolto e ai Punti di ascolto parrocchiali.
Complessivamente ammontano a 13.342 le
domande, di cui il 60% relative a pacchi viveri,
e il 10% per vestiario (2.223). Lo dicono i dati del
7 O Rapporto annuale dei servizi Caritas e Fondazione
comunità solidale del Trentino “Oltre la crisi:
la fantasia della carità”. Il 77% delle persone
incontrate ha un’età compresa fra i 30 i 65 anni;
riguarda, invece, il 19% la fascia di età compresa fra
i 18 e i 30 anni, mentre quelle con più di 65 anni sono
il 4%. Nel 2012 si è anche verificato un incremento
maggiore di italiani in stato di bisogno, che passano
dagli 826 del 2011 a 950, con un +15%. Gli stranieri
passano da 2.403 a 2.600, con +8%. L’aumento delle
persone incontrate è ancor più rilevante se osserviamo
l’incremento percentuale del loro numero negli ultimi
tre anni: +9% presso le strutture di accoglienza
notturna di Trento, +28% presso quelle di Rovereto
e +53% presso il centro diurno di Rovereto.
24 l’Artigianato
Anno LXIV
N. 8
Agosto 2013
La stima della dinamica di alcuni aggregati economici trentini, anticipata rispetto all’Istat, è stata resa
nota qualche giorno fa dal Servizio statistica della
Provincia. Sul versante delle risorse, oltre al Pil, si esaminano le importazioni da altre regioni italiane, che
diminuiscono del 3,7%, e quelle dall’estero, che cedono dal 4,5%. Ma le cause del calo sono da ricercare dal
lato della domanda. Come si diceva, è quella per investimenti fissi lordi, soprattutto in edilizia, ad aver
trascinato giù il Pil.
Tra i consumi, mentre quelli interni dei residenti
sono calati del 3%, dando quindi un apporto negativo, quelli dei non residenti, cioè dei turisti, sono aumentati dello 0,3%, uno dei segnali che il turismo ha
svolto una funzione anticiclica. Salgono poi dello
0,4% i consumi della Pubblica amministrazione, mentre va giù del 4,4% la spesa del resto d’Italia, cioè le nostre “esportazioni” nelle altre regioni. L’unica voce che
cresce, come è noto da tempo, è l’export: +2,4%.