Juggling Magazine september 2014, n.64 | Page 15

urbani e naturalistici di grande fascino, di fare la stessa operazione scegliendo come location Torino e richiede grande impegno tecnico, burocratico e artistico. Il dialogo con la direzione dei castelli e alcune delle dimore sabaude sedi del festival, con Rauli qui nei panni di un giullare che oscilla tra passato e presente. con la Soprintendenza dei Beni Culturali è costante durante tutto l’anno. Il meteo invece è una carta che scopriamo all’ultimo momento e può mettere a rischio gli spettacoli all’aperto. Devo dire però che in un’estate piovosa come questa siamo stati fortunati perché abbiamo cambiato la programmazione di una sola serata. Le dimore sabaude sono l’elemento caratterizzante di Teatro a Corte, In che misura le residenze sabaude informano e influenzano la programmazione del festival? Le residenze sabaude sono spazi meravigliosi ma non sono spazi teatrali e portarvi lo spettacolo dal vivo è un’operazione complessa, che ciascuna ha la sua personalità e il festival la evidenzia scegliendo una programmazione ad hoc. In particolare quest’anno si è deciso di valorizzare ancora di più la relazione con le dimore proponendo agli spettatori, oltre alle consuete visite guidate anche una cena per ciascuno dei tre week end del festival. Abbiamo iniziato nelle magnifiche serre del Castello di Aglié con una candida tavolata per più di 100 persone e poi siamo stati sulla terrazza del Castello di Rivoli per una cena a buffet con vista su Torino e sulle Alpi, infine siamo tornati nelle cucine del Castello di Racconigi che anche in passato avevano ospitato a cena la stampa e il pubblico. Quali prospettive future si aprono nel/col territorio? Il dialogo con il territorio è sempre aperto e in costante evoluzione. Teatro a Corte ospita in ogni edizione compagnie territoriali, dal circo alla danza al teatro, collabora da tempo con il Festival delle Colline e con il festival Sul Filo del Circo con i quali nel 2012 ha ospitato This is the end di David Bobée sotto uno chapiteau a Torino. Ha poi ospitato per diverse edizioni il festival di danza La Piattaforma Teatrocoreografico e ha collaborato nella scorsa edizione con Coorpi (Coordinamento Danza Piemonte) per il progetto Point Taken sulla videodanza, solo per citare alcune collaborazioni con il territorio. Per l’edizione 2015, il Comune promuove l’iniziativa Torino incontra Berlino e Teatro a Corte sta già collaborando anche in virtù della vetrina tedesca che sarà protagonista della sua 16^ edizione. Quale ruolo in Italia e all’estero il festival desidera acquisire nella promozione e valorizzazione del circo contemporaneo e delle altre performing art? Teatro a Corte, pur non essendo un festival unicamente di circo contemporaneo, ha la caratteristica di indagare i punti di contatto e di contaminazione tra i differenti linguaggi della scena attuale, sempre meno imbrigliabili in categorie e definizioni specifiche. Così lo sguardo del festival si concentra su quegli spettacoli di circo che si aggirano ai confini della danza, del teatro di figura, delle performing art, o del physical theatre, valorizzando l’innovazione che attraversa il circo contemporaneo e la sua apertura a tutti i linguaggi performativi. All’estero sicuramente Teatro a Corte è divenuto interessante per la sua capacità di avvicinare il circo contemporaneo alla creazione site specific, mettendolo in dialogo con architettura, storia e patrimonio naturalistico. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 6 4 s e t t e m b r e 2014 13