urbani e naturalistici di
grande fascino, di fare
la stessa operazione
scegliendo come
location Torino e
richiede grande
impegno tecnico,
burocratico e artistico.
Il dialogo con la
direzione dei castelli e
alcune delle dimore
sabaude sedi del
festival, con Rauli qui
nei panni di un giullare
che oscilla tra passato
e presente.
con la Soprintendenza
dei Beni Culturali è
costante durante tutto
l’anno. Il meteo invece
è una carta che
scopriamo all’ultimo
momento e può
mettere a rischio gli
spettacoli all’aperto.
Devo dire però che in
un’estate piovosa
come questa siamo
stati fortunati perché
abbiamo cambiato la
programmazione di
una sola serata. Le
dimore sabaude sono
l’elemento
caratterizzante di
Teatro a Corte,
In che misura
le residenze sabaude
informano
e influenzano
la programmazione
del festival?
Le residenze sabaude
sono spazi meravigliosi
ma non sono spazi
teatrali e portarvi lo
spettacolo dal vivo è
un’operazione
complessa, che
ciascuna ha la sua
personalità e il festival
la evidenzia scegliendo
una programmazione
ad hoc. In particolare
quest’anno si è deciso
di valorizzare ancora di
più la relazione con le
dimore proponendo
agli spettatori, oltre alle
consuete visite guidate
anche una cena per
ciascuno dei tre week
end del festival.
Abbiamo iniziato nelle
magnifiche serre del
Castello di Aglié con
una candida tavolata
per più di 100 persone
e poi siamo stati sulla
terrazza del Castello di
Rivoli per una cena a
buffet con vista su
Torino e sulle Alpi,
infine siamo tornati
nelle cucine del
Castello di Racconigi
che anche in passato
avevano ospitato a
cena la stampa e il
pubblico.
Quali prospettive
future si aprono
nel/col territorio?
Il dialogo con il
territorio è sempre
aperto e in costante
evoluzione. Teatro a
Corte ospita in ogni
edizione compagnie
territoriali, dal circo alla
danza al teatro,
collabora da tempo
con il Festival delle
Colline e con il festival
Sul Filo del Circo con i
quali nel 2012 ha
ospitato This is the
end di David Bobée
sotto uno chapiteau a
Torino. Ha poi ospitato
per diverse edizioni il
festival di danza La
Piattaforma
Teatrocoreografico e
ha collaborato nella
scorsa edizione con
Coorpi
(Coordinamento
Danza Piemonte) per il
progetto Point Taken
sulla videodanza, solo
per citare alcune
collaborazioni con il
territorio. Per l’edizione
2015, il Comune
promuove l’iniziativa
Torino incontra Berlino
e Teatro a Corte sta già
collaborando anche in
virtù della vetrina
tedesca che sarà
protagonista della sua
16^ edizione.
Quale ruolo in Italia
e all’estero il festival
desidera acquisire
nella promozione
e valorizzazione del
circo contemporaneo
e delle altre
performing art?
Teatro a Corte, pur non
essendo un festival
unicamente di circo
contemporaneo, ha la
caratteristica di
indagare i punti di
contatto e di
contaminazione tra i
differenti linguaggi
della scena attuale,
sempre meno
imbrigliabili in
categorie e definizioni
specifiche. Così lo
sguardo del festival si
concentra su quegli
spettacoli di circo che
si aggirano ai confini
della danza, del teatro
di figura, delle
performing art, o del
physical theatre,
valorizzando
l’innovazione che
attraversa il circo
contemporaneo e la
sua apertura a tutti i
linguaggi performativi.
All’estero sicuramente
Teatro a Corte è
divenuto interessante
per la sua capacità di
avvicinare il circo
contemporaneo alla
creazione site specific,
mettendolo in dialogo
con architettura, storia
e patrimonio
naturalistico.
j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 6 4 s e t t e m b r e 2014
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