Juggling Magazine march 2016, n.70 | Page 36

CIRCO ELLA TERRA ELLE ORIGINI’ “ UNA TASK FORCE DI SUPPORTO AL FESTIVAL di Simone Riccio La storia del Fekat Circus ne è un esempio significativo. Da quando è nato nel 2004 ha sviluppato diversi progetti in Etiopia per coinvolgere le fasce più svantaggiate. Come racconta Dereje, uno dei fondatori,”per iniziare non abbiamo dovuto fare granché: abbiamo messo musica in un vecchio registratore e dai dintorni è arrivato un nugolo di ragazzini”. Il nome “Fekat” è stato scelto da uno dei fondatori e significa “che sboccia” perché grazie al circo molti ragazzi riescono a sco- 34 www.jugglingmagazine.it L’esperienza è iniziata già all’arrivo in aeroporto ad Addis Abeba. Mai come in questo viaggio ho avvertito forte la sensazione di aver cambiato continente! Dereje, direttore del Fekat, è venuto a prenderci all’aeroporto alle 6 del mattino con un minibus e, nonostante le poche ore di sonno ed il viaggio stancante, l’impulso energetico che abbiamo ricevuto è stato così forte da tenerci in fibrillazione, ed in grande predisposizione produttiva, fino alla fine del festival. Il lavoro che il Fekat svolge a livello sociale è unico! Non si occupa solo di promuovere il circo in Africa, nè di fare le veci di una Caritas che aiuta i ragazzi in strada, negli ospedali o nelle periferie della città. Fekat Circus, a mio avviso, offre a tutti la possibilità di vedere la vita sotto un’altra prospettiva. È bastato un attimo per sentirmi in famiglia. Giorgia, mitica mamma di tutti, ci ha accolti a braccia aperte, e lo stesso è valso per “i ragazzi” del Fekat, numerosi, solari, allegri, e desiderosi di conoscerci. Un gruppo di una quindicina di professionisti e appassionati del circo, dall’Italia, dalla Spagna, dal Belgio, dagli Stati Uniti, etc, è venuto ad Adis Abeba una settimana prima che arrivassero gli artisti ufficiali del festival, per supportare l’evento in forma totalmente gratuita. Al nostro arrivo abbiamo organizzato due serate di cabaret, tutto europeo, che ha promosso adeguatamente il festival ad una settimana dal suo inizio. Nonostante il cabaret fosse “improvvisato” è stato un successo, tutti si sono divertiti, compresi noi artisti, che eravamo inizialmente abbastanza “spaesati”. Tutti abbiamo creduto nel significato di questa iniziativa e noi volontari avevamo il compito di prenderci cura degli oltre 100 artisti africani invitati al festival. Dalle mansioni più semplici, come riceverli al loro arrivo o a quelle più complesse, come soddisfare le esigenze artistiche e tecniche di così tanti artisti, prima e durante gli spettacoli (luci, audio, scenotecnica, allestimento del palco, back stage, etc.). Tutto, malgrado la mole enorme di lavoro, è stato svolto con la massima