ranea, dove spesso lo spettacolo in duo o
a quattro raggiunge forme artistiche alte e
di gran successo. Questa e altre regole
hanno tenuto fuori dal FUS giovani compagnie italiane di valore.
La premessa per dire che queste problematiche, che sembrano formali e di definizione, in realtà sono la spia di una pro-
ne - dove fondano una propria compagnia o sono artisti nelle maggiori compagnie. Oggi “les italiens”, come ai tempi
della Commedia dll’Arte, rappresentano il
maggior numero di artisti stranieri nei
paesi europei. Che cosa trovano gli artisti
italiani all’estero che non trovano in Italia? Quello che ci auspichiamo possa
blematica culturale e di categoria che sta
portando a una progressiva diminuzione
delle domande di contributo da parte del
circo di tradizione, incapace di progettare.
Dall’altra, ci sono le new entry nel FUS, le
compagnie di “circo contemporaneo”,
nuovi festival, giovani ma in ascesa e con
buoni progetti. Ma sono poche le realtà
che hanno fatto domanda di contributi, a
fronte del gran numero di giovani italiani
diplomati in arti del circo. Perché non c’è
un maggior numero di compagnie che
fanno domanda di contributo? Perché si
tratta di compagnie che non raggiungono
gli 8 addetti. Ma soprattutto perché dopo
il diploma in arti del circo - nelle scuole
italiane o direttamente nelle scuole europee grazie a borse di studio - i giovani
artisti si trasferiscono all’estero - Belgio,
Francia, Spagna, Inghilterra in quest’ordi-
esserci in futuro anche in Italia, e ne facciamo una lista: essere parte di una categoria di artisti considerata pari agli attori
e ai danzatori - al di là della funzione
sociale del circo; un sistema di sostegno
al circo che permetta di razionalizzare la
creazione e creare una compagnia che
vive del suo lavoro, ovvero:
sostegno alla creazione - che l’artista o
compagnia sia o non sia under 35, di tradizione o di innovazione; centri di produzione; centri di residenza; residenze delle
compagnie nei teatri italiani; circuiti; rete
di festival di settore; spazi per i tendoni,
con una chiara legislazione, che permetta
di programmare la stagione di tournée: a
oggi, i Comuni italiani non ottemperano
in gran parte all’obbligo di riservare aree
attrezzate ai circhi.
Nel prossimo biennio e in vista del prossi-
foto di Christophe Raynaud de Lage
mondo il circo è considerato alla pari di
teatro, musica, danza per fondi stanziati e
collocazione culturale. Mentre possiamo
condividere, in un’ottica contemporanea,
quanto determinato dalla Legge 18 marzo
1968 n.337: “Lo Stato riconosce la funzione sociale dei circhi equestri e dello spettacolo viaggiante” - andrebbe dato risalto
nella legislazione al concetto di “arti del
circo”, ovvero il circo come “arte dello
spettacolo”, e di conseguenza lo stanziamento di fondi e provvedimenti che supportino lo sviluppo di questa arte.
La Commissione rileva che nel Decreto 1
luglio 2014 sussista ancora una confusione di definizioni e quindi di contenuti, che
si riflette sui fondi erogati e sul futuro del
circo italiano. Al Capo V - articolo 31 viene
data una definizione di “impresa circense”
come di “impresa che, sotto un tendone
di cui ha la disponibilità, in una o più piste
ovvero nelle arene prive di tendone,
oppure all’interno di idonee strutture stabili, presenta al pubblico uno spettacolo
nel quale si esibiscono clown, ginnasti,
acrobati, trapezisti, prestigiatori, animali
esotici o domestici ammaestrati”. Nell’
Articolo 33 si parla di “attività circense e
circo contemporaneo in Italia” come se si
trattasse di due realtà diverse, ma non
vengono definite le caratteristiche di quello che viene definito “circo contemporaneo”. Oltre alla contraddizione di un
Decreto che eroga fondi a una tipologia di
spettacolo di cui non vengono definite le
caratteristiche, proponiamo che si parli di
“circo”, o che per “circo contemporaneo”
si intenda il “circo” tout court, ovvero il
circo che viene praticato oggi, che sia di
tradizione o “di ricerca”, “circo danza” o
“circo teatro”: circo con poetiche molto
diverse tra di loro, ma sempre “circo”. È
auspicabile arrivare a una definizione di
circo o circo contemporaneo che comprenda tutte le poetiche e i generi, con
distinzione tra “circo di tradizione” e “circo
di innovazione”, ciascuno con proprie
caratteristiche artistiche e tecniche di cui
tenere conto e certamente con una speciale attenzione e incentivi alle compagnie
giovani. Questo porta a dover rivedere
anche alcune condizioni richieste alle
imprese - quali il minimo di 8 addetti,
condizioni che non hanno senso di sussistere in una impresa circense contempo-
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jugglingmagazinenumero70marzo2016