Juggling Magazine march 2016, n.70 | Page 19

ranea, dove spesso lo spettacolo in duo o a quattro raggiunge forme artistiche alte e di gran successo. Questa e altre regole hanno tenuto fuori dal FUS giovani compagnie italiane di valore. La premessa per dire che queste problematiche, che sembrano formali e di definizione, in realtà sono la spia di una pro- ne - dove fondano una propria compagnia o sono artisti nelle maggiori compagnie. Oggi “les italiens”, come ai tempi della Commedia dll’Arte, rappresentano il maggior numero di artisti stranieri nei paesi europei. Che cosa trovano gli artisti italiani all’estero che non trovano in Italia? Quello che ci auspichiamo possa blematica culturale e di categoria che sta portando a una progressiva diminuzione delle domande di contributo da parte del circo di tradizione, incapace di progettare. Dall’altra, ci sono le new entry nel FUS, le compagnie di “circo contemporaneo”, nuovi festival, giovani ma in ascesa e con buoni progetti. Ma sono poche le realtà che hanno fatto domanda di contributi, a fronte del gran numero di giovani italiani diplomati in arti del circo. Perché non c’è un maggior numero di compagnie che fanno domanda di contributo? Perché si tratta di compagnie che non raggiungono gli 8 addetti. Ma soprattutto perché dopo il diploma in arti del circo - nelle scuole italiane o direttamente nelle scuole europee grazie a borse di studio - i giovani artisti si trasferiscono all’estero - Belgio, Francia, Spagna, Inghilterra in quest’ordi- esserci in futuro anche in Italia, e ne facciamo una lista: essere parte di una categoria di artisti considerata pari agli attori e ai danzatori - al di là della funzione sociale del circo; un sistema di sostegno al circo che permetta di razionalizzare la creazione e creare una compagnia che vive del suo lavoro, ovvero: sostegno alla creazione - che l’artista o compagnia sia o non sia under 35, di tradizione o di innovazione; centri di produzione; centri di residenza; residenze delle compagnie nei teatri italiani; circuiti; rete di festival di settore; spazi per i tendoni, con una chiara legislazione, che permetta di programmare la stagione di tournée: a oggi, i Comuni italiani non ottemperano in gran parte all’obbligo di riservare aree attrezzate ai circhi. Nel prossimo biennio e in vista del prossi- foto di Christophe Raynaud de Lage mondo il circo è considerato alla pari di teatro, musica, danza per fondi stanziati e collocazione culturale. Mentre possiamo condividere, in un’ottica contemporanea, quanto determinato dalla Legge 18 marzo 1968 n.337: “Lo Stato riconosce la funzione sociale dei circhi equestri e dello spettacolo viaggiante” - andrebbe dato risalto nella legislazione al concetto di “arti del circo”, ovvero il circo come “arte dello spettacolo”, e di conseguenza lo stanziamento di fondi e provvedimenti che supportino lo sviluppo di questa arte. La Commissione rileva che nel Decreto 1 luglio 2014 sussista ancora una confusione di definizioni e quindi di contenuti, che si riflette sui fondi erogati e sul futuro del circo italiano. Al Capo V - articolo 31 viene data una definizione di “impresa circense” come di “impresa che, sotto un tendone di cui ha la disponibilità, in una o più piste ovvero nelle arene prive di tendone, oppure all’interno di idonee strutture stabili, presenta al pubblico uno spettacolo nel quale si esibiscono clown, ginnasti, acrobati, trapezisti, prestigiatori, animali esotici o domestici ammaestrati”. Nell’ Articolo 33 si parla di “attività circense e circo contemporaneo in Italia” come se si trattasse di due realtà diverse, ma non vengono definite le caratteristiche di quello che viene definito “circo contemporaneo”. Oltre alla contraddizione di un Decreto che eroga fondi a una tipologia di spettacolo di cui non vengono definite le caratteristiche, proponiamo che si parli di “circo”, o che per “circo contemporaneo” si intenda il “circo” tout court, ovvero il circo che viene praticato oggi, che sia di tradizione o “di ricerca”, “circo danza” o “circo teatro”: circo con poetiche molto diverse tra di loro, ma sempre “circo”. È auspicabile arrivare a una definizione di circo o circo contemporaneo che comprenda tutte le poetiche e i generi, con distinzione tra “circo di tradizione” e “circo di innovazione”, ciascuno con proprie caratteristiche artistiche e tecniche di cui tenere conto e certamente con una speciale attenzione e incentivi alle compagnie giovani. Questo porta a dover rivedere anche alcune condizioni richieste alle imprese - quali il minimo di 8 addetti, condizioni che non hanno senso di sussistere in una impresa circense contempo- 17 jugglingmagazinenumero70marzo2016