Juggling Magazine march 2015, n.66 | Page 23

foto di Nuno Santos Jug n 66:JUG new 23/03/15 10:45 Pagina 21 tano progressivamente più ritmici e articolati. Europa e Sudafrica si sono incontati nella sensibilità e nelle riflessioni di Roberto Olivan e Gregory Maquoma in Lonely Together, titolo perfettamente a specchio del progetto coreografico che cerca - e trova - la possibilità di un dialogo seppur difficile e conflittuale tra due individualità, due razze e due culture. Mixer, computer, apparecchiature elettroniche e tecnico del suono in scena per tutta la durata dello spettacolo, scenografia minimalista ma curatissime le luci e le atmosfere, bianco e nero a contrastare il calore generato dai due diversissimi danzatori che mettono in scena l’anima e il loro sé più profondo. Il tema del contrasto sottende tutto: le due diverse gestualità che in alcuni momenti si accordano in dinamiche di armonia profonda e in altri si contrappongono in lotta, fuga, rifiuto, allontanamento, incapacità di comunicare, così come si alternano commozione ed emozioni più intense a momenti giocosi e di intelligente ironia. Il contrasto è anche tra una qualità di movimento civilizzato e una più primitiva, tra piccoli passi e ampi slanci, tra spasmi e contrazioni e leggerezza ed espansione, tra movimenti meccanici e movimenti lirici. Le differenze a volte vengono enfatizzate e a volte si armonizzano tra loro in un dialogo confuso che cerca una soluzione e una strada per comunicare. Appare e scompare il tema della solitudine e del ricordo, e si alternano assoli drammatici e momenti divertenti, parti parlate e cantate in un dialogo coreutico e culturale complesso che non nasconde le difficoltà di un incontro - ma che lo crede possibile se si sta in contatto con l’anima, luogo in cui tutto scompare ed appaiono i valori profondi di amicizia, amore, supporto. Attraverso la grande presenza scenica dei due danzatori ironia e forza si fanno strada tra incomprensioni e conflitti, trovando insieme a poco a poco il proprio cuore profondo nel vicendevole aiuto e nella solidarietà. La voce fuori campo dice: turn off the light and try to see, per non fermarsi alla superficie, per iniziare a vedere con altri occhi, per cercarla e volerla, questa soluzione. Forse questo é stato lo spettacolo che nella sua intrigante semplicità, intensità e poesia più degli altri ha risposto alla ricerca proposta dal direttore artistico Cherouaki di esplorare cosa c’é nella fondamenta di una società consapevole. E forse la risposta é ciò che viene detto nella scena finale dalla voce fuori campo: cercare e trovare insieme a place where we both can win, un luogo in cui entrambi possiamo vincere. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 6 6 m a r z o 2015 21