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SUBCASE
12/14 febbraio, Stockolom (Svezia)
Ero un artista di teatro e una delle ragioni
per cui ho cominciato a lavorare nel
managment è perché c’erano troppe altre
figure che prendevano decisioni sul mio
destino. A causa di questa frustrazione e
dopo essere entrata in contatto col circo
nel 2006 ho deciso di dedicarmi all’empowerment del ruolo di artista, e una volta
arrivata a Subtopia ho cominciato a raccogliere le loro istanze, analizzare i risultati,
perchè ci teniamo che gli artisti lavorino e
creino qui da noi. Furono proprio due artisti, diplomati al Doch, che mi suggerirono
di organizzare uno show case. Era il 2009
e due mesi più tardi, con un budget di
2000 €, tenemmo la prima edizione dello
show case Subcase. Gli artisti erano tutti di
Subtopia, c’erano 10 programmatori e tutti
si davano una mano con la tecnica. L’anno
dopo Circostrada chiese di poter organizzare il suo incontro annuale in occasione di
Subcase. Sapendo che sarebbero arrivati
45 programmatori internazionali decidemmo di organizzare Subcase con una call su
scala nazionale. Anche il terzo anno facemmo una call nazionale per gli artisti, ma
durate l’evento ci accorgemmo che il tessuto degli artisti non era più solo svedese,
per cui decidemmo di far diventare la IV
edizione un nordic showcase! E ora eccoci
al terzo anno in cui accogliamo artisti da
tutti i "nordic country" (Svezia, Norvegia,
Finlandia, Danimarca, Islanda), introducen-
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w w w. j u g g l i n g m a g a z i n e . i t
www.subtopia.se/subcase
intervista a Kiki Mukkonen del team organizzativo
foto di Petter Hellman
do ogni anno qualche focus particolare. L’anno sorso per esempio abbiamo attivato mobilità di compagnie con il festival FiraTarraga e ospitato qui anche artisti spagnoli.
Per la selezione delle compagnie abbiamo una giuria e dei basilari criteri operativi: capacità di andare on tour, di esibirsi davanti ad una platea internazionale, originalità dei lavori proposti. Gli artisti non vengono pagati per esibirsi qui, ma gli viene pagato viaggio, vitto
e alloggio, stampiamo il materiale promozionale e gli forniamo la tecnica. Garantiamo uno
spazio gratuito al market space e la possibilità di incontrare i programmatori a tutti gli artisti che hanno inviato la loro candidatura. La diversità è importante, dare spazio non solo
alle cose che ti piacciono ma a tutto quello che merita di trovare un posto nel mondo. A
Subcase le compagnie ricevono nuovi contratti, ma soprattutto incontrano i programmatori. Questo empowerment delle loro potenzialità sta professionalizzando il modo in cui
si fanno gli accordi, e facilitare le relazione tra gli artisti e i programmatori è tutto quello
che ci interessa. Trattiamo artisti e programmatori allo stesso modo, tutti nello stesso
hotel, tutti sono VIP, ognuno è protagonista del party. In questi anni Subcase ha contribuito a far crescere e unire il settore, ma anche a far produrre alle compagnie versioni outdoor dei loro show, una modalità per la quale non esisteva mercato in Svezia ma che i
programmatori esteri hanno sollecitato. Un altro effetto positivo di Subcase è che ha
aumentato il numero di collaborazioni tra le compagnie, ma anche il numero di progetti
che si mettono in moto nei nordic counttry, inoltre ormai facciamo riferimento a noi molto
di più come nordic circus più che circo svedese, la regione è diventata più grande!
Subcase è ancora un evento dalla dimensione quasi “familiare”; abbiamo 47 persone
nello staff, con 12 persone al centro, e 2 direttori, io per la parte artistica e un altro per
la parte tecnica, con competenze, sfere e autonomie completamente separate. Quest’anno Subcase riunisce circa