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UNTITLED
I WILL BE THERE WHEN YOU DIE
archivio di Marche Teatro
regia di Alessandro Sciarroni
Alfredo Anceschi
www.alessandrosciarroni.it/untitled
Untitled è una pratica performativa e coreografica sul trascorrere del tempo che nasce da una riflessione sull’arte di manipolare
con destrezza gli oggetti: la giocoleria. Questo lavoro rappresenta il secondo capitolo di un progetto più ampio intitolato "Will you
still love me tomorrow?", ricerca che Alessandro Sciarroni intende realizzare sui concetti di sforzo, costanza e resistenza. L’idea è
spogliare quest’arte circense dagli stereotipi cui viene comunemente associata nell’immaginario collettivo ed esplorarla in quanto
linguaggio costringendo gli interpreti a stare nel tempo presente, senza possibilità di tornare indietro, ancora e ancora e ancora…
intervista a Lorenzo Crivellari
attore giocoliere
Sono entrato in questo progetto europeo
attraverso un bando online e dopo aver
superato le tre prove previste. Degli 80
giocolieri che si erano candidati siamo
stati selezionati in quattro: Edoardo
Demonitis, Pietro Selva Bonino, Victor
Garmendia Torija ed io.
Untitled è parte di una trilogia che affronta
le pratiche in quanto tali: la ripetizione del
gesto all’interno di una disciplina. Se fosse
ad esempio il basket sarebbe il palleggio e
tutto quello che gli sta attorno. Il primo
spettacolo, Folks, era centrato sulla danza
tirolese. Il secondo, Untitled, è centrato
sulla giocoleria, e il terzo sarà sugli sport.
La creazione è stata molto interessante e
totalmente diversa dai miei percorsi precedenti. Il regista Alessandro Sciarroni e il
coreografo provengono dalla danza contemporanea e dal teatro contemporaneo,
non avevano la minima idea di cosa fosse
il circo e non la volevano avere.
Abbiamo iniziato la creazione in marzo, a
Barcellona, su cose cui non avremmo mai
pensato di lavorare. L’opera è totalmente
incentrata sulla pratica della giocoleria.
Utilizziamo solo clave. Bianche e nuove.
Abbiamo iniziato, bendati, a fare un lavoro fisico a terra guidati dalla musica. Dopo
due ore ci hanno consegnato delle clave
nuove e, sempre bendati, ci hanno chiesto
di scoprire cosa potessimo fare con le
clave. È stata un’esperienza che ha cambiato tantissimo il modo di vedere gli
spettacoli e anche il modo di percepire
quello che facciamo. Ci ha fatto sentire la
musica Steve Reich, suonata da due pianoforti, con le due sequenze uguali che
gradualmente si sovrapponevano o si sfalsavano. E a noi veniva chiesto di fare la
stessa cosa con le clave, ed altri lavori di
questo tipo sul ritmo. Niente che riguardasse l’arte circense o che fosse legato al
nostro ritmo: nessuna estetica del nuovo
circo o del circo tradizionale.
Lo spettacolo presenta così 4 viaggi personali che gradualmente si fondono, attraverso assonanze e uguaglianze. Tutto l’impianto musicale è costruito sul suono campionato della clava che batte su una mano.
C’è molta empatia tra noi e il musicista
Pablo Esbert Lilienfeld, e cerchiamo di starci dietro a vicenda, quasi come un lavoro
jazzistico. In scena l’esperienza è sempre
nuova, perché la musica è ogni volta diversa. Bisogna essere in quel posto e in quel
momento. Non c’è un copione. Tutte le
cose e le emozioni in scena sono vere, vissute. Sul palco si ricrea l’atmosfera di un
acquario. Siamo in punti distinti del palco
e ognuno di noi ha il suo territorio. Quando si guardano le assonanze e le affinità,
essendo un numero molto lungo e dilatato, si possono vedere i gesti di ognuno. E a
un certo punto spariscono le clave, non
interessa più quello che si sta facendo e
viene fuori la personalità di ognuno di noi.
Continuando a giocare non cerchiamo di
forzare niente, non c’è clown, è solo performance. E da questa performance vengono fuori le personalità e sparisce tutto il
resto. La creazione tecnica è stata tutta
delegata a noi, ma il regista ci ha guidato
con dei fili invisibili. Pensavamo di averlo
fatto noi lo spettacolo e invece alla fine ci
siamo guardati gli altri suoi spettacoli ed
erano tutti uguali al nostro!
produzione Teatro Stabile delle Marche –
Corpoceleste; coproduzione Comune di
Bassano del Grappa / Centro per la Scena
Contemporanea - Biennale de la danse /
Maison de la Danse de Lyon - AMAT - Mercat de les Flors/Graner, Barcelona - Dance
Ireland, Dublin. Realizzato nell’ambito del
progetto europeo Modul Dance e promosso dall’European Dancehouse Network con
il sostegno del Programma Cultura 200713 dell’Unione Europea, con il sostegno di
Centrale Fies, Santarcangelo dei Teatri
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