Juggling Magazine june 2015, n.67 | Page 5

chia e da allora l’ho puntualmente invitata, riuscendo ad averla solo quest’anno. Anche la parità di generi è stata quest’anno penalizzata da tre defezioni tutte di sesso femminile. Parimenti bisogna cogliere le opportunità last minute che si presentano, come quella di entrare in rete con il festival di Bergamo per invitare e dividere i costi di viaggio dal Giappone di Senmaru. Oppure l’illusionista Raul Cremona, che era di passaggio perchè il figlio è appassionato di giocoleria e ci ha donato un suo intervento al Gala. Ho imparato negli anni che una parte dello spettacolo può essere programmata, un’altra si definisce in progress. Quest’anno quindi mi ritengo particolarmente fortunato, ma la fortuna deve essere integrata con capacità di gestire gli artisti. Negli anni abbiamo offerto un’ospitalità esemplare, un bell’evento e un pubblico generoso e numeroso. Di conseguenza gli artisti sono sempre meglio disposti a partecipare alla nostra convention, perchè lavorano più tranquilli e si divertono di più. Inoltre ho imparato a gestire sempre meglio il rapporto con gli artisti, riuscendo a spiegare esattamente cosa si troveranno di fronte e cosa richiede una platea mista come quella che raccogliamo. Certo nella programmazione della scaletta è implicito assumere dei rischi nei confronti del pubblico e della manifestazione. Concedere ad artisti di un certo calibro la possibilità di entrare in scena con un fuori programma, come è accaduto l’anno scorso con i De Fracto, o come quest’anno con Wes Peden, che non ha voluto replicare il genere di numero portato sul palco già da Tony Pezzo, ed ha osato una rielaborazione di elementi del loro spettacolo Water on Mars. Sono improvvisazioni che in alcuni casi funzionano benissimo, in altri meno, ma sono rischi che qualsiasi convention di un certo livello non deve aver paura di assumere. Sul Galà stiamo inoltre facendo valutazioni sulla diversa composizione del pubblico. Al primo spettacolo arrivano principalmente le famiglie con i bambini, che inevitabilmente vanno a giocare vicino al palco durante le performance, e quindi la sua scaletta, non proprio indicata per questo pubblico, ne risente. Così stiamo valutando in futuro di presentare due galà leggermente diversi. Ma forse quello che ci manca di più oggi, e che speriamo di poter approntare l’anno prossimo, è un allestimento del palco più ricco e adeguato al livello delle performance. Basterebbe un piccolo sforzo economico in più per assicurargli fondali e pavimentazione più adeguati. Vedo in Europa la tendenza a voler inserire performance di circo, aerea o altre arti contemporanee. Lo ritengo interessante, ma la contaminazione con le arti del circo non mi piace se invasiva. Piuttosto preferisco un interveto clownesco e di intrattenimento per il pubblico, oppure introdurre dei numeri di alta giocoleria che vengano dal circo tradizionale, come abbiamo fatto con la Bogino in passato. Questa prossimità mi affascina molto di più e mi sembra più coerente con l’estetica di una convention di giocoleria. Porteremo un pò di tutto questo anche alla EJC2015 che quest’anno si terrà in territorio italiano. Io e Sid, in rappresentanza delle due maggiori convention italiane, la Brianzola e la Romana, cureremo alla EJC un gala italiano, che promette di lasciare tutti a bocca aperta! j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 67 g i u g n o 2015 3