Juggling Magazine december 2015, n.69 | Page 38

Jug n 69:JUG new 09/12/15 15:28 Pagina 36 CIRCO-SPORT IL GESTO ATLETICO AL SERVIZIO DELLO SPETTACOLO di A.R. L’ingresso delle arti circensi negli ambiti dello spettacolo dal vivo (teatro, danza, teatro urbano ed oltre), dei progetti educativi e per la trasformazione nel sociale è un processo che da circa un trentennio solidifica le sue basi e legittima i suoi percorsi. Più controverso è invece il pieno riconoscimento delle attività circensi in un ambito con il quale ha diviso per secoli, in senso letterale e figurato, il terreno di gioco: lo sport. Questi due mondi, oggi formalmente così distanti, hanno in realtà matrici storiche e culturali assai comuni. La centralità del corpo e delle sue performance è ancora oggi il tratto che maggiormente ed innegabilmente li accomuna, al punto che una buona parte degli artisti circensi oggi in giro per il mondo, quando non fuoriescono da un percorso artistico-professionale specifico, provengono dal mondo dello sport professionistico. Non è un caso che circa un terzo del cast artistico del Cirque du Soleil sia composto da ex atleti professionisti (provenienti dalla ginnastica, ma anche dal nuoto sincronizzato, dal trampolino sportivo e dagli sport estremi), né che molte scuole professionali di arti circensi beneficino di preparatori atletici nella formazione dei giovani artisti di circo. La precisione del movimento fisico e i rischi che una sua errata esecuzione comportano, 36 www.jugglingmagazine.it nel circo come nello sport, consegnano nelle mani di una buona metodologia di allenamento il successo e l’incolumità sia degli artisti sia degli atleti. Un volteggio eseguito durante un campionato di ginnastica o durante uno spettacolo circense condivide allo stesso modo alti coefficienti di difficoltà e una preparazione rigorosa. Il caso della Flic, scuola professionale di circo torinese di rilievo internazionale, nata nel 2002 all’interno della prestigiosa Reale Società di Ginnastica di Torino fondata nel 1844, è emblematico e ricalca la genesi di molte altre scuole di circo nate in passato in seno a realtà sportive. Parallelamente la componente “agonistica”, che lo sport ha nel tempo cristallizzato e privilegiato, staccandosi dall’ambito puramente spettacolare, non smette mai di essere presente neppure nella pratica delle arti circensi delle nuove generazioni. Dal Joggling americano, alle scherzose Olimpiadi dei Giocolieri, ai più seri campionati nazionali ed internazionali di monociclo e slackline, fino ai più recenti contest di danza aerea, elementi quali competizione, regolamenti di gara, campionati, primati, giurie, premi e classifiche accompagnano e regolamentano la pratica “sportiva” delle arti circensi. Infine non bisogna dimenticare che la quasi totalità delle associazioni che praticano in Italia le arti circensi a livello ama- toriale, sono affiliate ad enti di promozione sportiva; un settore che nel suo complesso conta diverse migliaia di praticanti. Eppure parlare di circo-sport oggi, e di un riconoscimento della valenza sportiva delle arti circensi, persino in seno agli enti di promozione sportiva, è ancora tema di confronto e discussione. Se da un lato la pratica delle arti circensi manifesta in certe modalità una connotazione tipicamente “sportiva”, dall’altro le arti circensi, per loro natura, sfuggono a quella codifica della attività che uno “sport” richiede per essere considerato tale ed entrare nel novero delle discilpline sportive. Una dicotomia che a cascata crea difficoltà anche in sede di attribuzione di regimi fiscali e assicurativi specifici per il circo-sport. In questo contesto il percorso avviato all’interno della UISP (Unione Italiana Sport per Tutti) e di altri enti di promozione sportiva, per un riconoscimento pieno delle attività circensi, rientra a pieno titolo nelle strategia di sviluppo del pubblico che il progetto Quinta Parete, e le realtà attive per la pratica delle attività ci rcensi in ambito amatoriale, perseguono sul territorio nazionale. Un orizzonte nuovo, dalle potenzialità incredibili, che ancora più del palcoscenico, delle scuole e dei luoghi per soggetti svantaggiati, potrebbe sensibilmente amplificare la pratica delle attività circensi e la loro permeabilità nell’immaginario collettivo.