La pista di collaudo sul tetto del Lingotto
città, mentre la guerra di
liberazione si combatte nelle sue
strade e anche dentro le
fabbriche. Una importantissima
ondata di scioperi antifascisti
parte proprio da qui nel 1943 ed
è la prima grande azione della
Resistenza.
Finita la guerra, Agnelli lascia il
comando dell’azienda a Vittorio
Valletta. Infatti il suo unico figlio
maschio, Edoardo, era morto in
un incidente aereo e il nuovo
erede, Gianni, era ancora un
ragazzo. Valletta rimane a capo
della FIAT per vent’anni, e passa
poi la presidenza a Gianni Agnelli
nel 1966.
Nel dopoguerra, Mirafiori
raddoppia di dimensioni e
diventa, insieme alle altre
fabbriche Fiat e all'indotto, uno
dei principali poli di attrazione
per la migrazione dal Sud verso il
Nord Italia. Centinaia di migliaia
di persone arrivano a Torino da
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tutto il Meridione e anche dalle
campagne piemontesi, che i
giovani contadini preferivano
lasciare per cercare uno
stipendio sicuro nelle fabbriche.
In poco più di vent'anni anche
la popolazione della città
raddoppia, arrivando a metà
degli anni '70 a 1,2 milioni di
abitanti.
“Non si affitta ai meridionali”
Inevitabilmente l'arrivo di un
numero così grande di persone,
e per di più in buona parte
“forestiere”, crea dei problemi. I
nuovi arrivati si trovano ad
affrontare una terribile crisi
abitativa. In città mancavano
alloggi a prezzi accessibili e
inoltre molti torinesi rifiutavano
di affittare le loro case ai
migranti del Sud. La frase “Non
si affitta ai meridionali” era
purtroppo comune negli
annunci immobiliari.
ITALIA NOSTRA #4 Primavera 2016
indotto
insieme di
aziende la cui
produzione
ruota attorno a
un'azienda più
grande (in
questo caso la
FIAT)
forestiero
straniero
immobiliare
relativo alle
case