E poi c’è Flora, la graziosa compagna di classe di
Arturo. Arturo è innamorato di lei, ma conquistarla non
è per niente facile, la concorrenza è dura e persino
sleale.
È proprio questo il merito e l’ intuizione del film:
raccontarci una storia tenera, attraverso lo sguardo
pulito e ingenuo del bambino, proponendo allo stesso
tempo una chiave di lettura nuova – almeno al cinema
- del fenomeno mafioso: la mafia ha messo radici e
prosperato proprio perché i siciliani “onesti” hanno
pensato che bastasse voltarsi dall’altra parte, che la
lotta alla mafia spettasse a qualcun altro. Eloquente la
scena in cui il piccolo Arturo, spaventato dal crescendo
di morti ammazzati (visti non solo in televisione, ma
anche sotto casa) chiede al padre: “ma la mafia può
uccidere anche noi?”. La risposta del padre: “è come
coi cani. Basta che non gli dai fasti