Renzi comincerà ad ascoltare l’opposizione interna? O tirerà avanti per la sua strada?
I meno ottimisti però erano sicuri che i litigi sarebbero
ricominciati. Renzi ha sempre saputo che una resa dei conti
era necessaria e ha da subito cercato di neutralizzare i
"generali" ormai senza esercito, ma intenzionati a vendere
cara la pelle. Parliamo dei vari Bersani, Bindi, D'Alema, ma
anche di esponenti più giovani e contrari per motivi non
soltanto di età ma anche ideologici al decisionismo dell'ex
sindaco di Firenze: i Cuperlo, Fassina , Civati.
Da neosegretario e neopremier Renzi ha lanciato segnali
inequivocabili, inserendo persone giovani e di sua fiducia al
governo e nella segreteria di partito.
Quegli altri, gli esclusi, hanno capito che le alternative erano
due: 1) fare la guerra a Renzi, a tutto campo e senza
esclusione di colpi; 2) rassegnarsi a una prematura pensione.
Hanno, prevedibilmente, scelto la prima strada: la guerra. Più
che guerra, forse una guerriglia fatta di lunghe attese e
pazienti imboscate. Ne abbiamo visto qualche esempio
durante la discussione delle riforme: su Jobs Act (mercato del
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lavoro), abolizione del Senato, legge elettorale (Italicum) e
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scuola, gli irriducibili sono saliti ogni volta sulle barricate. Il
PD è sembrato spesso sul punto di esplodere. Ma sono
rimasti tutti sulla stessa inquieta barca, almeno per il
momento.
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Ma perché i nemici di Renzi rimangono nel PD, se sono in
completo disaccordo con la maggioranza? Una domanda
ITALIA NOSTRA #2 Estate 2015
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