I candidati che occupano le posizioni meno
vantaggiose in queste liste spesso hanno ben poca
scelta. Se vogliono lavorare (e guadagnare punti)
devono accettare di spostarsi in zone lontane, dove la
domanda è maggiore e l’offerta minore. Ecco allora
che il precario siciliano o calabrese abbandona i propri
cari per trasferirsi dove il lavoro c’è, magari in
provincia di Pordenone (Friuli Venezia Giulia) o
Sondrio (Lombardia).
La cosa più grave di questo sistema è che trasforma
l’aggettivo “precario” - temporaneo, incerto - in un
sostantivo. “Il precario”, cioè l’insegnante senza
contratto e senza futuro. E crea addirittura altre brutte
parole, ad esempio “precariato”, un vero e proprio
gruppo sociale, composto di persone senza certezze,
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bisognose di “padrini” più in alto nel sistema. Una
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situazione non soltanto criticabile, ma più volte
condannata, ad esempio dall’Unione Europea.
Il governo Renzi sembra finalmente volere risolvere
questi nodi con la riforma della “Buona scuola”, che
abbiamo spiegato e commentato nelle pagine
precedenti.
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ITALIA NOSTRA #2 Estate 2015
domanda richiesta
padrino protettore
Unione Europea il governo
è stato praticamente
costretto a intervenire
dall’Unione Europea e da
possibili 'class actions'
guidate dai sindacati. A
novembre del 2014 ad
esempio una sentenza
della Corte europea ha
richiamato l'Italia a porre
fine all'abuso dei contratti
a termine per i pubblici
dipendenti. Una sentenza
dura e inequivocabile, che
impone di assumere
stabilmente il personale
con oltre 36 mesi di
servizio, interrompendo il
giochino delle chiamate
annuali e della precarietà
permanente.
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