ISTANT BOOK- PROGETTI AMARO+TORNATORA_architetti | Page 5

navigazione”, un “generatore di attività” i cui strumenti sono la riappropriazione culturale, il riciclaggio, il détournement e il sampling, il montaggio e il doppiaggio. Un mondo parallelo all’architettura che ci permette di riflettere sulle modalità e sulle forme di appropriazione diretta, di ricontestualizzazione del già fatto, che reimpiega, lasciandolo riconoscibile, l’esistente. L’esercizio della Postproduzione non generare singolarità nel caos di oggetti, ma rimette in circolo segmenti di senso e significato già sedimentati che riaffermano la città in una narrazione interrotta. Ciò conduce a “imparare a servirsi delle forme che vuol dire anzitutto sapere come farle proprie e abitarle”, passando da una cultura del consumo a una cultura dell’attività, da un atteggiamento passivo a una forma di resistenza basata sulla riattivazione di potenziali negati o marginalizzati.  Nuovi germi di rilettura e di riqualificazione della condizione di degrado. Si tratta di reinventare il quotidiano, anche attraverso una “produzione silenziosa” basata su un meccanismo di (ri)lettura dell’esistente che si propone come un “terzo paesaggio” (Gilles Clement), un nuovo territorio dove sviluppare biodiversità architettoniche. Qui è possibile attivare dinamiche più aperte non piegate a stereotipi e mode omologanti. Un impegnativo lavoro di rielaborazione e (ri)articolazione dentro la città che