ISTANT BOOK- PROGETTI AMARO+TORNATORA_architetti | Page 3

Progetti di Postproduzione per la città interrotta Il lavoro propone una riflessione sul progetto interpretato come manipolazione dell’esistente. Se per la modernità l’esistente si poneva come un ostacolo alle trasformazioni (Plan Voisin di Le Corbusier); diventa la premessa di ogni modificazione negli anni ‘60 e ‘70 (E. N. Rogers, A. Rossi, V. Gregotti) oggi subisce uno slittamento di senso grazie al quale l’esistente coincide con il luogo delle trasformazioni e dunque da insieme di manufatti esso diventa un testo da scrivere e riscrivere dal quale ripartire per rinominare i luoghi, le periferie e per ricucire i frammenti di un’edilizia degenerata. Tale riflessione è al centro del nostro lavoro di sperimentazione progettuale e di ricerca sul progetto dell’esistente e restauro del paesaggio, assunto come campo delle scelte trasformative da operare nel progetto1 . Lo sguardo sull’esistente come materia, come corpo da modificare, da alterare con l’intento di ricostruire un patrimonio immaginario collettivo può avvenire attraverso una postproduzione (N. Bourriaud), termine preso in prestito dal linguaggio audiovisivo per indicare una modalità di azione che utilizza come materia prima, materiale culturale preesistente, proveniente tanto dalle opere di altri artisti quanto dal mondo della comunicazione e dal sistema dei media, rimontanto e riimpaginato. Postproduction individua l’opera d’arte contemporanea come “un sito di