talenti e il senso del stare al mondo. In questo modo l ' insegnante non si sente più solamente un dispensatore di saperi, ma un aiutante, un ricercatore, un facilitatore nell ' apprendimento di quegli strumenti che permettono una maggiore organizzazione, gestione e valutazione di tutte queste informazioni. L ' aiuto efficace, a sua volta, implica una presa in carico dell ' alunno e della sua famiglia, perché ciascuno possa diventare una persona che ha un suo punto di vista per migliorare la qualità della sua vita e della sua comunità. Questa relazione d ' aiuto comporta una conoscenza e una scoperta dell ' allievo, della sua storia e del contesto( familiare e sociale) nel quale vive; implica anche la capacità da parte dell ' insegnante di essere disponibile al confronto e a mettere in discussione le proprie convinzioni, rispettando le altre culture e i valori fondamentali della convivenza civile. Questo ritengo sia un punto rilevante sul quale ogni docente dovrebbe riflettere anche perché la scuola stessa sta cambiando da un modello pedagogico uniforme a un modello che privilegia la socializzazione e la personalizzazione dei percorsi educativi. Fin dall ' arrivo nell ' istituto comprensivo in cui ho svolto il mio anno di prova ho avuto l ' opportunità di partecipare a diverse gruppi di formazione tra cui, in particolare, il gruppo di consulenza psicopedagogica e un percorso sulla didattica per competenze che proseguirà anche il prossimo anno. La mia scuola, dal punto di vista formativo per noi docenti, è apparsa subito ai miei occhi notevolmente vivace sia nella strutturazione dei percorsi sia nei metodi e tempi di realizzazione. Penso al gruppo di ricerca che ha visto la partecipazione di quattro istituti, seguendo la metodologia della Ricerca-Azione. Partendo da un tema comune, la comprensione dei segni, è stata realizzato un intero percorso dall’ analisi dei bisogni alla costruzione di una prova autentica, rispettando tutti gli steps di una corretta progettazione per competenze. Abbiamo lavorato condividendo l’ esperienza di scuole diverse e ci siamo suddivisi in quattro gruppi di studio e lavoro: un primo gruppo ha raccolto i docenti della scuola dell’ infanzia e delle classi I e II della primaria, un secondo gruppo i docenti delle classi terza e quarta della primaria, un terzo gruppo i docenti delle classi V della primaria e delle classi I e II della secondaria di primo grado, un quarto gruppo docenti delle classi II e III della secondaria di primo grado. Il corso, che ha portato alla produzione di un piccolo opuscolo, è stato articolato in sei incontri di tre ciascuno, più un incontro conclusivo. Ad ogni incontro di formazione in seduta plenaria, condotto con la metodologia della lezione frontale supportata da un quaderno di strumenti operativi, è seguito un incontro di studio e lavoro di progettazione condotto con la metodologia del teamworking. Come insegnante di sostegno, spero di poter approfondire nella mia formazione futura anche la didattica rivolta all ' inclusione e alla disabilità oltre ai contenuti previsti nel piano di formazione nazionale. Katia Riccardi
Expert Talk con Maria Chiara Pettenati e Giuseppina Mangione di INDIRE
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