Il Risveglio in ComunAzione Numero Uno | Page 6

AUTORE ospite

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Da quando sono partito ho ripetuto a me stesso ormai molte volte le tappe del mio cammino. Così confronto passato e presente, come chi sovrappone due foglie della medesima pianta e le guarda in controluce. Ma i luoghi che adesso attraverso chiamano a ricordi più antichi, e quindi, per una volta ancora, faccio salire i grani del pensiero al nodo più importante del filo; e in questo modo, tornando sui miei passi, ritrovo nell'intimo i Fuochi della Dimora di Legno. [… ]

E adesso, quando l'ombra della sera confonde i rilievi e interrogo me stesso con rigore, ricordo quella quieta disperazione, senza paesaggi da attraversare, senza canti da tessere per menti generose. Il canto... come quello del ruscello che scorre a due passi dal giaciglio, che fa tornare la mente a una notte di numerosi anni addietro; nel buio, sopraffatto da vane fatiche, m'addormento, ed ecco, vengo sognato da un sogno. [...]

Travolte le chiuse dell'anima, punto da un amore di terra lontana, baratto la casa con un'inquieta speranza e giungo alle Contrade di Frontiera per cercare laggiù più vasti paesaggi dello spirito. [...]

Lunghi sono stati gli anni d'apprendistato perché lungo è il sentiero dell'Imran. Molti viaggi ho intrapreso in lungo e in largo al seguito di un Maestro di Lontananze. Ho contenuto il fervore e sorvegliato ogni goccia di sangue.

Poi, dopo la disciplina del canto e della memoria ho assimilato numerosi precetti per tradurli in regole di vita. Solo in quel modo mi sono spogliato delle false convinzioni e di uno sguardo da poeta ancora troppo servo dell'impressione. Ho smesso di guardare alla Natura come a uno specchio dei sentimenti dell'uomo, e ho imparato a considerarla un libro che può parlare da sé.

Così non ho sostato nella dorata fanciullezza dei molti che percepiscono la bellezza del paesaggio come un piacere da afferrare, come un rapimento vertiginoso o un turbamento d'estasi. [...] Non ho mirato alla presunta maturità di chi va pago di più sobri piaceri, ma allo spirito austero di chi chiama bello il necessario.

Francesco Benozzo e Matteo Meschiari » »