Il Panificatore Italiano - Novembre 2024 | Page 45

Scuola ZOOM

Il percorso scolastico attuale : un catalizzatore di opportunità o un vincolo insidioso ?
di Sofia Menestò
Nell ’ attuale modello scolastico , la valutazione è indissolubilmente legata al possesso di titoli accademici . Questi titoli , sebbene rappresentino una certificazione formale delle conoscenze acquisite , non sempre rispecchiano i requisiti realmente richiesti nel campo occupazionale . Il modello educativo tradizionale , che predilige l ’ insegnamento teorico , sovente si rivela inadeguato a preparare efficacemente gli studenti alle esigenze concrete del mercato del lavoro , creando una situazione di stallo in cui gli allievi , pur avendo le capacità teoriche , non riescono a metterle in pratica e a dimostrare la loro effettiva competenza in ambito professionale . Per affrontare le sfide lavorative è essenziale promuvere un maggiore equilibrio con l ’ apprendimento pratico . Inoltre , risulta cruciale coinvolgere esperti del settore nel processo educativo , che offrano agli studenti consigli basati sulla loro esperienza sul campo , arricchendo così l ’ insegnamento tradizionale con conoscenze pratiche e attuali . Questa sinergia è essenziale nel campo della gastronomia , dove l ’ innovazione spesso nasce dall ’ esplorazione diretta degli ingredienti , delle tecniche di cottura e delle presentazioni culinarie . Guardando al futuro , investire nella formazione continua e nell ’ accesso equo all ’ istruzione diventa fondamentale per costruire una società più inclusiva , progressista e adeguatamente preparata ad affrontare le complessità del panorama globale in evoluzione .
”, dal latino * schola * e dal greco * skhole¯ ´*, che analizzando l ’ etimo della parola , ci restituisce il significato di “ tempo libero ”, dedicato allo svago della mente , cioè lo “ studio ” e in seguito “ luogo dove si attende allo studio ”. Ovvero il tempo trascorso lontano da qualsiasi fatica o preoccupazione per nutrire lo spirito . Partire da ciò richiederebbe un ’ a- gorà di alcuni mesi più che un paio di pagine di una rivista per essere discusso profondamente con la speranza di poter trovare il bandolo della matassa . Questo , però , non deve impedirci di provarci , anche solo per instillare un dubbio nelle menti di chi ci legge , e contribuire così alla nascita di un modo diverso di guardare le cose . La prima domanda : Nella nostra epoca la scuola deve servire all ’ individuo in quanto essere umano o deve essere uno strumento valoriale che gli consente di elevarsi nella scala sociale attraverso il lavoro e la competenza ? Il famoso ascensore sociale del quale abbiamo perso la pulsantiera . E se finalmente ci rendessimo conto che è l ’ insieme di questi traguardi che nella scuola va ricercato per rendere “ liberi ” e consapevoli ? Fra le italiche peculiarità che hanno determinato una situazione , allo stato attuale , non idilliaca , possiamo includere un altro fattore determinante : il “ diritto-bisogno ” di un pezzo di carta ( e non di competenze ) per tutte quelle persone che in questo Paese , per un motivo o per l ’ altro , non possono , non ce la fanno , non vogliono , non ne hanno la capacità . Del resto , un “ pezzo di carta ” serve sempre , non se ne può fare a meno , non trovate ? Quasi a voler mettere a tacere il senso di “ colpa ” di un Paese incapace di progettare percorsi per il bene del discente e non per quello del docente . Un mercato ( e non lo chiamo così a caso ) che autorizza e assolve tutti . Basta pagare e risolvere un po ’ di burocrazia per avere il diritto di fare “ scuola ”, che essa sia pubblica , privata , gestita da associazioni o altro : poco importa ! Soprattutto se fra il “ corpo docenti ” spiccano nomi che acchiappano molti consensi ( leggi like ), così che non si può che diventare bravi , a prescindere . Sorrido al pensiero : come dire che basta mettere nella stessa stalla un asino con un purosangue per creare un cavallo da corsa . Associazioni ( di cui anche io faccio parte ), istituzioni , enti , esponenti politici , insomma tutti che discutono del bene dei “ giovani ”. Analisi , commenti , affermazioni espresse da “ vecchi ” che spesso trascorrono ore sui media e sui palchi a pontificare sul perché i giovani non vogliono fare questo lavoro o sul perché le scuole non li preparano “ a loro immagine e somiglianza ”, come se l ’ unica cosa giusta da fare sia perpetuare un modello che ha certamente espresso dei grandissimi professionisti , ma che si rifà al secolo scorso . E se si provasse ad ascoltare invece che continuare a pontificare ? In questo Paese passiamo sovente dalle “ apparenti scuole ” alle “ super scuole ”. Nelle prime non esiste praticamente nulla che aiuti l ’ allievo nella crescita professionale e umana . Nelle seconde tutto è così perfetto e qualitativamente superiore che praticamente sul mercato non troveranno mai le condizioni per poter operare secondo quei parametri / canoni poiché troppo tecnicistici / intellettuali , quindi per soli addetti ai lavori e i loro sponsor . Cosa deve essere quindi la scuola ? Confesso di essermi interrogato a lungo , anche come docente , ma sono fermamente convinto che dovrebbe - deve - essere un luogo dove la necessità di formare dei professionisti del terzo millennio e il diritto dei giovani di indossare un futuro che si adatti a pennello si intrecci con le esperienze dei “ vecchi ” per abbassare il margine di errore , consentendo a questi ultimi di fare un passo indietro con un sorriso sulle labbra . Un luogo dove i giovani possano immaginare la loro personale “ ricetta ” per il futuro e i “ vecchi ” possano essere per loro maieutica , come ci insegna il metodo socratico . Uno spazio dove il sapere accademico sia solo ed esclusivamente il punto di partenza e non il punto d ’ arrivo del percorso di studi in cui poter interpretare i continui mutamenti e i bisogni della società stessa , anche sotto l ’ aspetto culinario .
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