Foto di Carlo Casella |
So che quello che sto per scrivere susciterà reazioni contrastanti . Eppure devo scriverlo lo stesso , perché ora ho avuto la prova che una via diversa esiste . L ’ ho vista realizzata . Mi riferisco a una filosofia diversa circa il valore ( e il prezzo ) del pane . Attenzione , ho detto del pane e non dei prodotti da forno , perché alcuni di questi ( vedi alla voce panettone ) il prezzo “ modesto ” lo hanno abbandonato da un po ’. |
È bastato che facessi un viaggio in quel di Frosinone , complice la necessità di organizzare il servizio di copertina di questo numero . Qui ho rivisto Roberta Pezzella , che conosco da tantissimi anni , ma che - purtroppo - recentemente ho frequentato poco . Credetemi , vedere il suo mini-panificio già di per sé vale il viaggio , perché lo valgono i prodotti che vi si trovano ( come sempre mi sono sacrificata e ne ho assaggiati diversi ). Ma molto , molto di più vale la pena osservare i suoi clienti . Dal momento che Roberta li serviva in prima persona , l ’ intervista è stata più volte interrotta e io sono stata “ obbligata ” ad ascoltare le loro richieste . Pian piano mi sono interessata al modo in cui venivano seguiti , con rispetto , ma anche con risolutezza . Mi hanno colpito gli scontrini , i più alti da quando frequento questo mondo ( e non stiamo parlando di una boutique a Montparnasse ). E non pensate che fossero le quantità di prodotto acquistate a giustificare la spesa , perché era la qualità la vera ragione . |
Il target era vario : giovane donna benestante , anziano pensionato , atletico salutista . Tutti chiedevano , si informavano a lungo e poi acquistavano , convinti dalle risposte di Roberta sempre gentile , ma ferma . Se qualcuno questionava sul prezzo , veniva dirottato sul pane della settimana precedente : « è ancora buono , lo assaggi e , se non le piace , me lo riporti ». Roberta è convinta del valore del proprio prodotto e trasmette questa sicurezza ai clienti , mettendoci la faccia . Lo difende , lei , il suo pane , così come difende la sua professione . È come se ogni volta dicesse : io mi spacco la schiena per lavorare , quindi devo guadagnare abbastanza . Difficilmente ho visto un ’ analoga convinzione in altri colleghi : di solito si pensa a quanto il cliente sia disposto a pagare e non a quale prezzo si sia disposti a vendere il pane , perché valga la pena produrlo . Un processo a ritroso che può apparire pericoloso solo a chi non è abbastanza convinto della bontà del pane che fa . |