Il Michileangelo a.s. 2014-15 | Page 23

L’importanza di “esserci” Vittorino Andreoli – Lettera a un adolescente L’autore di Lettera a un Adolescente, Vittorino Andreoli, è uno psichiatra di fama mondiale, già direttore del Dipartimento di Psichiatria di Verona e membro della New York Academy of Sciences. L’autore utilizza un linguaggio sempre molto diretto e semplice che è destinato non solo agli adolescenti, ma anche ai genitori. Il suo punto di vista rimane quello di un “padre” o di un “nonno”: un adulto saggio pronto ad aiutare, con un sentimento d’amore paterno, tutti quei giovani che attraversano un periodo difficile come quello dell’adolescenza. Nell’incipit della lettera l’autore parla del comportamento di un padre che lascia il figlio libero di fare, anche di sbagliare, senza dimenticare di ammonirlo prima sulle conseguenze del suo comportamento. L’idea dello scrittore è condivisibile perché, come dice il fa- moso detto, “sbagliando si impara”. L’adolescente non ascolterà mai i consigli degli adulti perché è contro la sua natura, e i continui richiami sono a volte una perdita di fiato per i genitori. Quindi, un padre o una madre non devono né proibire qualcosa, né minacciare i figli (la minaccia è la peggiore azione che possa fare un genitore nei confronti del figlio), ma avvertirli sulle conseguenze future e comunicare loro il proprio parere su quel particolare fatto, oggetto di contrasto. In questo caso non si svolge soltanto il ruolo di genitore, ma anche quello di “educatore”, cioè vengono esposte le idee del genitore e non imposte. Grande importanza è data dal saggista al tema del dialogo tra genitori e figli, necessario in ogni famiglia, a patto che non si creino fastidiose ingerenze nella vita degli adolescenti, i quali devono raccontare quanto avviene nella loro vita, e i genitori devono aiutarli nelle scelte, “portarli sulla retta via”, quando è necessario. Grazie a un sereno dialogo, gli adolescenti instaurano un rapporto di amicizia e di collaborazione reciproca che durerà tutta la vita con il padre e la madre. Un altro tema trattato da Andreoli è quello della fiducia tra genitori e figli: i genitori, essendo più grandi e quindi “con più anni sulle spalle”, devono rappresentare per gli adolescenti “un’oasi felice” dove poter riprendere le forze dal duro e triste deserto che ci circonda, che rappresenta la società di oggi. La famiglia deve essere per i ragazzi una presenza importantissima che li deve aiutare nella vita di tutti i giorni, e quindi i ragazzi non devono vederla come una “elemento” secondario e che opera solo per creare del malcontento, dando a volte giudizi e consigli che non vanno nella loro stessa direzione. L’autore, parlando del tempo vissuto dagli adolescenti, afferma che viviamo il giorno “come se non ci fosse un domani”: per noi conta solo il presente (come se avessimo messo radici soltanto in esso), siamo “ciechi” nei confronti del futuro e dubitiamo dei fatti accaduti in passato che ci potrebbero dare una lezione. Personalmente, devo ammettere che sono una persona molta riflessiva e che guarda al futuro, p [