Cosa è la SHOAH?
Il 27 Gennaio 1945 l’Armata
Rossa apre i cancelli di Auschwitz!
Da questo momento in poi
l’intera umanità mondiale verrà a
conoscenza della Shoah.
Ma cos’è la Shoah?
La risposta è data al nostro
auditorium dal professore Bruno
Segre, ebreo, intellettuale del nostro “tempo” che ha con piacere
accettato l’invito del “M.Bartolo”
per la commemorazione della 70^
giornata della Memoria. Il nostro
ospite inizia la sua testimonianza
premettendo la netta distinzione
tra il termine olocausto eShoah, il
primo di origine greca sta ad indicare il sacrificio che si compiva
immolando sull’altare animalisacrificali ad una divinità, il secondo volto ad indicare il genocidio, lo sterminio degli ebrei d’Europa dal 1933 al 1945.
Il professore Segre prosegue il
suo racconto storico circoscrivendolo alle comunità ebraiche che
hanno abitato l’ “isola della ru-
giada divina” cioè l’Italia secondo la dolce immaginosa etimologia ebraica del nome, facendo
riferimento allo statuto albertino
del 1848 con il quale Carlo Alberto riconosceva diritto di cittadinanza alla comunità ebraica
residente nel Regno Sabaudo,
dato che fino ad allora i giudeiitalici erano raccolti nei quartieri o ghetti ebraici; l’ultimo cancello ad essere abbattuto fu
quello del ghetto di Roma con la
breccia di Porta Pia del 1870.
L’avvento del neo Regno italiano sembra dare legittimità anche
alle comunità cittadine di ebrei
da Roma a Venezia, Milano,
Palermo, Mantova, Ferrara, Livorno e lo scenario internazionale sembra sostenere il progetto sionista. Ma il sogno
s’infrange con il dissolversi
del liberalismo:1935 leggi di
Norimberga-1938
l’Italia
fascista le approva!
Per la famiglia Segre, come
per tutti gli ebrei d’Italia, il
provvedimento del duce segna
l’inizio di una non-vita fatta di
clandestinità, paura, fame, ma
anche di solidarietà e filantropia, tutto nella totale oscurità di
ciò che accadeva ai loro fratelli
nell’Europa orientale trasferiti
verso i campi di concentramento
e di sterminio. La Shoah si compiva all’interno di una quotidianità “normale”, nell’indifferenza
del
cittadino
comune
e
nell’azione meccanica di chi
sottoposto ad eseguire ordini
fosse più o meno ignaro di ciò
che stesse accadendo.
Le vittime come i carnefici sono
ben definiti fin dal 1933, ciò che
ancora oggi non trova una spiegazione logica è il perché ciò accadde. L’uomo Segre, intellettuale, filosofo, ebreo, pone due considerazioni: non si può trovare
risposta al perché della Shoah in
quanto fuori dalla razionalità pensante e quindi è inutile cercare
spiegazioni storiche; ma allo stesso tempo non si può condannare
come aguzzini tutto il popolo tedesco perché tra loro operarono
coloro che Gerusalemme ha indicato con l’appellativo di Giusti
delle Nazioni:uomini che non
persero la capacità di pensare e
deliberarono un giudizio riflettente circa tali eventi, pharmakos per
prevenire il male, attività pensante che necessità solo di essere
coltivata
quotidianamente nel
ricordo della Shoah.
Prof.ssa Chiara Morana
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