La scuola e noi
La scuola ,a mio avviso, dovrebbe innanzitutto rappresentare una sorta di seconda famiglia, un luogo dove sentirsi al sicuro e protetti e inoltre con la facoltà di poter
attingere nel sapere ed assimilare nuove conoscenze atte a
formarci sia culturalmente che moralmente; fungere da
palestra di vita dove metterci in gioco e confrontarci in
modo da trarre nuove esperienze, tali da contribuire alla
crescita interiore ed al raggiungimento di una reale maturità.
In certe circostanze, malgrado ciò, questo ambiente si presenta tutt’altro che accogliente. N e danno testimonianza
le tante notizie in tv che vedono adolescenti vittime di
bullismo ; ragazzi che vengono maltrattati, derisi, sfruttati , sottomessi da coetanei e, nel peggiore dei casi, spinti
dalla disperazione, ricorrono ad atti estremi come il suicidio. Tutto ciò solo perché colpevoli di essere considerati
“DIVERSI”, vuoi per il modo di fare, di vestirsi, di pensare, per i propri gusti o semplicemente perché seguono le
regole del viver civile in un “CLAN”che vede
l’INSUBORDINAZIONE come atteggiamento da lodare!
Sono convinto che ognuno di noi in quanto essere “è
unico”, ed è proprio in tale diversità che sta la conquista
della ricchezza dell’ uomo. Cercare di carpire il diverso
che c’è nell’altro , per divenire come uno stimolo in un
dare e ricevere reciproco , cogliere l’essenza positiva che
ci permetta di smussare gli angoli, ma nello stesso tempo,
non acconsentire a nessuno di plasmarci a proprio volere,
in quanto non serve seguire la “massa”bensì i giusti principi, tenendo conto dell’etica morale insita in noi.
La scuola dunque alle volte è come una vera e propria
giungla dove , seguendo la legge della natura, i più deboli
sono destinati a morire; ma noi siamo uomini non animali,
dotati quindi di un cuore, un’anima e soprattutto di un
cervello che si pensa debba essere usato per protendere
verso il bene proprio e della società.
Veniamo catapultati spesso, in una comunità che crea modelli sbagliati, in cui ci si rende forti usando prepotenza
nei confronti dei più deboli, ignari del fatto che è proprio
il bullismo il primo segno di debolezza; ragazzi “duri”che
cercano di coprire la loro fragilità ed attirare l’attenzione,
ricorrendo all’aggressività, recando così dolorose ferite,
anche dell’animo, difficili da sanare.
Ti reputano un codardo solo perché secondo le loro leggi
perverse, non dimostri il “coraggio” di minacciare, aggredire, dominare … Si credono vincenti in quanto hanno il
“coraggio” di ribattere con maleducazione ad un prof o ne
fanno come gesta di eroismo il prendersi gioco e il deridere
i propri compagni, che invece potrebbero essergli di esempio per debellare la bestia che dimora nei loro cuori .
Questo non è “coraggio”… ma solo prepotenza ed esibizionismo; emarginare, umiliare, deridere,aggredire, sono
comportamenti da violenti o talora da idioti , non certo da
coraggiosi.
Ma si può viver bene, ad esempio, in una società in cui se
studi sei taggato secchione?!! Inconsapevoli del fatto che
saranno proprio i “secchioni”di oggi a migliorare il futuro.
Tale “diversità”, è la classica che si presenta più frequentemente nelle scuole fin dai tempi; Su ciò vorrei soffermarmi
ed invitare ad una brevissima riflessione: ma chi è il secchione?...Colui che studia.
E perche si va a scuola?...Suppongo “anche”per studiare.
Quindi il secchione fa, nè più nè meno che il suo
dovere . Chi è allora il “diverso” o quello “sbagliato”? Andando oltre potremmo chiederci.: Chi è il medico? Colui
che cura i mal