Il Michileangelo a.s. 2014-15 | Page 13

La scuola e noi La scuola ,a mio avviso, dovrebbe innanzitutto rappresentare una sorta di seconda famiglia, un luogo dove sentirsi al sicuro e protetti e inoltre con la facoltà di poter attingere nel sapere ed assimilare nuove conoscenze atte a formarci sia culturalmente che moralmente; fungere da palestra di vita dove metterci in gioco e confrontarci in modo da trarre nuove esperienze, tali da contribuire alla crescita interiore ed al raggiungimento di una reale maturità. In certe circostanze, malgrado ciò, questo ambiente si presenta tutt’altro che accogliente. N e danno testimonianza le tante notizie in tv che vedono adolescenti vittime di bullismo ; ragazzi che vengono maltrattati, derisi, sfruttati , sottomessi da coetanei e, nel peggiore dei casi, spinti dalla disperazione, ricorrono ad atti estremi come il suicidio. Tutto ciò solo perché colpevoli di essere considerati “DIVERSI”, vuoi per il modo di fare, di vestirsi, di pensare, per i propri gusti o semplicemente perché seguono le regole del viver civile in un “CLAN”che vede l’INSUBORDINAZIONE come atteggiamento da lodare! Sono convinto che ognuno di noi in quanto essere “è unico”, ed è proprio in tale diversità che sta la conquista della ricchezza dell’ uomo. Cercare di carpire il diverso che c’è nell’altro , per divenire come uno stimolo in un dare e ricevere reciproco , cogliere l’essenza positiva che ci permetta di smussare gli angoli, ma nello stesso tempo, non acconsentire a nessuno di plasmarci a proprio volere, in quanto non serve seguire la “massa”bensì i giusti principi, tenendo conto dell’etica morale insita in noi. La scuola dunque alle volte è come una vera e propria giungla dove , seguendo la legge della natura, i più deboli sono destinati a morire; ma noi siamo uomini non animali, dotati quindi di un cuore, un’anima e soprattutto di un cervello che si pensa debba essere usato per protendere verso il bene proprio e della società. Veniamo catapultati spesso, in una comunità che crea modelli sbagliati, in cui ci si rende forti usando prepotenza nei confronti dei più deboli, ignari del fatto che è proprio il bullismo il primo segno di debolezza; ragazzi “duri”che cercano di coprire la loro fragilità ed attirare l’attenzione, ricorrendo all’aggressività, recando così dolorose ferite, anche dell’animo, difficili da sanare. Ti reputano un codardo solo perché secondo le loro leggi perverse, non dimostri il “coraggio” di minacciare, aggredire, dominare … Si credono vincenti in quanto hanno il “coraggio” di ribattere con maleducazione ad un prof o ne fanno come gesta di eroismo il prendersi gioco e il deridere i propri compagni, che invece potrebbero essergli di esempio per debellare la bestia che dimora nei loro cuori . Questo non è “coraggio”… ma solo prepotenza ed esibizionismo; emarginare, umiliare, deridere,aggredire, sono comportamenti da violenti o talora da idioti , non certo da coraggiosi. Ma si può viver bene, ad esempio, in una società in cui se studi sei taggato secchione?!! Inconsapevoli del fatto che saranno proprio i “secchioni”di oggi a migliorare il futuro. Tale “diversità”, è la classica che si presenta più frequentemente nelle scuole fin dai tempi; Su ciò vorrei soffermarmi ed invitare ad una brevissima riflessione: ma chi è il secchione?...Colui che studia. E perche si va a scuola?...Suppongo “anche”per studiare. Quindi il secchione fa, nè più nè meno che il suo dovere . Chi è allora il “diverso” o quello “sbagliato”? Andando oltre potremmo chiederci.: Chi è il medico? Colui che cura i mal