Si alla guerra. Preserviamo
il nostro mare dalla putredine.
"lugubremente" mettono in evidenza l'orrore nei confronti della guerra provato
dall'autore. Inoltre nell'ultima strofa il termine "sangue", parola chiave della poesia,
viene parafrasato nel modo che segue: "lacrime di stelle come farina in uno straccio".
Questa perifrasi è una chiara testimonianza del disprezzo che sembra soffocare Vladimir. Non a caso la poesia termina con l'immagine della "pietà schiacciata dalle suole".
La guerra si configura, dunque, come distruttrice della dignità umana.
Renato Serra in "Esame di coscienza di un letterato", pubblicato sulla rivista italiana "
La Voce" nel 1915, sostiene che la guerra "è una vecchia lezione, la guerra è un fatto
come tanti altri.[...]. La guerra non cambia niente". Dunque, è completamente negativa l'opinione di Serra sulla guerra, infatti lo scrittore nello stesso testo continua nel
seguente modo: " Che cosa è che cambierà su questa terra stanca, dopo che avrà
bevuto il sangue di tanta strage?".
Ancora oggi gli uomini del XXI secolo sono chiamati a prendere posizione in questo
ambito. I corsi e ricorsi della storia portano e spazzano via la putredine della quiete
durevole.
Alessandro Aleotti, un noto cantautore del nostro secolo, in una sua canzone afferma: "ci vorrebbe la guerra o anche un po' di miseria ad insegnarci a non sprecare i
giorni". Forse è proprio questo il magico compito della guerra. Nel bene o nel male è
possibile trarre un insegnamento dalla guerra: che derivi da un sentimento entusiastico o da un chiaro disprezzo poco importa. È inarrestabile il soffio del vento e inevitabile l'eterno ritorno della putredine; non resta che scegliere se procedere su una
adeguata barca a vela o lasciarsi trasportare dalla deriva avvinghiati alla putredine.
Elisabetta Campisi
V B Liceo Scientifico
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