Le donne nel tempo
Nella
Divina Commedia Dante,
nonostante cerchi di creare un'opera
che racchiuda tutto lo scibile umano,
quasi si scorda dell'esistenza dell'universo femminile in quanto troviamo nella sua opera davvero poche
figure femminili, tralasciando le
santissime Beatrice, Maria e Lucia,
donne sì esemplari, ma utopiche.
Ricordiamo solo tre figure di donne
con un vissuto più vicino al reale, a
ciò che è la quotidianità. Esse sono:
Francesca nell'Inferno, Pia dei Tolomei nel Purgatorio e Piccarda Donati nel Paradiso. Un’ analisi anche
superficiale delle storie di vita di
queste tre donne ci propongono
quella che è la situazione standardizzata della donna in quell'epoca:
totalmente sottomessa all'uomo,
senza alcuna via di fuga. Francesca,
sposatasi, grazie ad un astuto inganno, con un uomo di brutto aspetto, e
che lei non amava, tradisce il marito
con il cognato, suo vero amore; tuttavia viene uccisa dal consorte e non
trovó quiete neanche dopo la morte,
essendo stata etichettata come lussuriosa. In questa storia notiamo come
lo stesso Dio venga visto da Dante,
o in generale dal mondo di quell’
epoca, in versione maschilista; Dio
non perdona una povera donna che,
tratta in inganno, sposa contro la sua
volontà un uomo per cui non prova
niente…!! Sembrerebbe che anche
Dio creda che la donna sia un oggetto di scambio fra famiglie.
Pia dei Tolomei, della quale i dati
biografici sono poco chiari, sembra
sia stata uccisa dal proprio marito
perché moglie scomoda o per un
nuovo amore. Ella forse è la meno
particolarizzata delle tre donne: per
niente viene indagata la sua storia
o il suo io, sembra quasi che Dante
la snobbi. Piccarda, anima del Paradiso, è stata in vita una monaca
strappata dalla clausura poichè, per
ragioni politiche, doveva sposarsi
con un uomo. Ella forse è il più
grande emblema dell'incapacità
della donna in quell'epoca di poter
scegliere ciò che è buono o giusto
per se stessa: nonostante la sua
sincera scelta nel prendere il velo,
suo fratello Corso la rapisce e la dà
in sposa ad un compagno dei guelfi
neri ed in tutto ciò lei è impotente:
sono gli uomini a decidere, come
se lei fosse un oggetto. Questa
particolarizzazione della donna
come "giocattolo" nelle mano degli
uomini, non si trova solo in Dante,
ma in tutta la sua epoca. Vi è, infatti, quasi una trattatistica in questo periodo su come trattare le proprie donne: loro devono essere
confinate in casa, segregate quasi,
non devono avere alcun rapporto
con il mondo esterno, neanche
attraverso le finestre.
Il mondo, oggi, purtroppo ci offre
ancora spettacoli simili a questi,
magari non nei paesi più moderni,
ma in quelli arretrati sì. Tuttavia
crediamo che si debba stare attenti
a capire ciò che è l'uguaglianza
fra i sessi e ciò che è puro fanatismo da parte di alcune femministe; spesso sembra che loro cerchino di sopraffare gli uomini più
che cercare l'uguaglianza. Spesso
si esagera, e ciò non fa altro che
peggiorare quella che è la situazione attuale.
Cerchiamo di capire cosa succede:
spesso vengono fatte conferenze,
da relatrici o relatori esaltati e
fanatici, che illustrano come la
donna sia sottomessa ancora oggi,
come la società sia maschilista e
tante altre belle cose. Tuttavia
cerchiamo ora di entrare nei pensieri di una persona distorta o disperata, tanto da poter commettere
un assassinio: se a questo soggetto
viene esposta la donna come soggetto facilmente violentabile credete che forse tutto ciò aiuterà a
dissuaderlo? Credete che fare conferenze su conferenze aiuti?
Spesso si esagera, spesso è proprio così; esempio lampante è una
critica femminista su Harry Potter,
romanzo fantasy per adolescenti o
bambini, scritto, incredibilmente
sembrerebbe, da una donna. Ai
posteri l'ardua sentenza!!!!!
Marco Rudilosso
IV A Liceo Scientifico
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