L'umanità davanti alla morte e
all'orrore vuole recuperare la
sua essenza, il suo “ wesen”, per
dirlo con termini marxiani, ed
ecco che allora non canta più
inni nazionali, ma scrive “ lettere piene d'amore” come fa Ungaretti e davanti alla morte di
un suo simile, vestito, per l'ironia della sorte, con abiti di un
colore diverso, piange, si dispe-
ra ed in una “veglia” di risurrezione inneggia alla vita.
Inneggia a quella vita che la
guerra gli stava strappando
via.
Rachele Roccasalva
V A P.N.I.
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