STORIA, MEDAGLIA AL VALORE E MACCHIA NEL CUORE
Sin dai tempi
p i ù antichi la storia ed il
suo significato, la sua valenza,
hanno generato non pochi dubbi e
discussioni. C'è chi l'ha sempre
definita come una maestra di vita,
un bagliore nel buio della notte,
la stella che guida i popoli e li
porta nella giusta via. C'è chi l'ha
condannata, dissacrata, chi l'ha
volutamente sminuita e privata
del suo grande onore d'essere insegnata. Dopo tutto la storia cos'è
se non proprio l'incessante susseguirsi di dibattiti e proteste, di
scontri, di sommosse che provocano guerre e poi pacificazioni?
Cos'è la storia se non la medaglia
al valore della quale spesso e volentieri ci vergogniamo, quasi
divenisse una macchia nella purezza dei nostri abiti?
Senza dubbio sono molti coloro
che la ritengono essenziale, indispensabile per la vita umana; Cicerone dall'alto della sua sapienza
e delle sue conoscenze l'ha reputata un punto fondamentale, una
sacra maestra per l'esistenza, la
testimone dei più importanti eventi avvenuti in ogni tempo e
luogo, quasi alla stregua di un
viaggiatore che, spostandosi di
paese in paese, ha saputo cogliere
e diffondere gli avvenimenti più
salienti che hanno coinvolto l'uomo. Allo stesso modo e vicino al
pensiero ciceroniano abbiamo
Manzoni il quale riveste la storia
di una velatura provvidenziale: la
storia per lui diventa un grande
schermo attraverso cui passano
uomini di varie generazioni, silenziosamente e quasi senza lasciare traccia, ma questo solo in
apparenza. Nella realtà quel loro
silenzioso passare diventa per
Manzoni più istruttivo di una
qualunque scoperta di fatto. C'è
poi la voce di chi, forse perchè
contrariato dagli avvenimenti del
suo tempo, si distacca da questo
pensiero della storia, la vede come una storia di eventi e non di
uomini veri. Tra i sostenitori di
questa tesi vi è Montale il quale
pensa