Dedicato ad un ragazzo che amava il rosa
No, non ho messo
un quadratino rosa
sul mio profilo di facebook come tanti
hanno fatto per commemorare Andrea
morto suicida a causa degli innumerevoli insulti; il rosa non è mai piaciuto
così come, non amo il giallo e l'arancione, forse per questo, verrò reputata
strana, diversa o polemica, eppure mi
piacciono tanti altri colori, sfumature
più o meno intense, mi piacciono gli
animali e, forse, un pò meno gli uomini, gli esseri umani. Alcuni, proprio, non li sopporto. Adesso, verrò
accusata di misantropia. Ecco, ci
siamo, verrò etichettata come la
"misantropa". E' facile dare delle
etichette alle persone. Io sarò la misantropa, mi piace... tu, forse, sarai lo
scemo, il cretino, lo zoppo, la balena,
il drogato, lo straniero ..basta poco!
C'è solo l'imbarazzo della scelta,
potrei andare avanti per ore con insulti pesanti. Spesso ci dimentichiamo che dietro l'alcolizzato o il
"ritardato" c'è una persona che, magari, ha anche un nome, una famiglia
e dei sentimenti, prova dolore, rabbia, vergogna e pietà. Un ragazzo
omosessuale sarà un "frocio", chi è
sottopeso, forse sarà chiamato
"scheletro" e, via, a suscitare il divertimento e le risatine di altrettanti esseri imperfetti. Ma, accidenti, lo capiamo o no che la perfezione non ci
appartiene!??? Ci sarà sempre il più
magro, il più basso, il più intelligente, il più ed il meno, di me, di lui, di
noi, dell'altro. Cosa sta succedendo,
in questo mondo d'immagini distorte, di valori stravolti, dove solo l'apparire sembra avere importanza?
Cosa ci insegnano gli adulti?
Magari, è proprio da loro che prendiamo esempio. Basta disprezzare!
Basta invidia e paura! Possibile che
ci sentiamo così piccoli che per star
meglio abbiamo bisogno di sminuire
l'altro? Ogni giorno si sente parlare
di bullismo e di "branco", giovani
come noi che arrivano a ferire talmente l'altro fino al punto di farlo
sentire inutile, sbagliato, diverso.
Andrea era un ragazzo come noi che
aveva un sogno e non potrà realizzarlo mai più, meritava di vivere la
propria vita come ognuno di noi,
magari con un uomo al suo fianco
anche lui vestito di rosa.
Noi giovani, figli della globalità e
dell’intercultura, abbiamo un grande
compito: abbattere gli orrori di un
ostile nemico (il pregiudizio) e,
solo rispettando la diversità, riusciremo a costruire le radici sulle quali
fondare, attraverso l’armonia dei
colori, la pace nel mondo.
Vestiamoci come vogliamo, amiamo chi o cosa vogliamo, senza giudicare né meravigliarci se un ragazzo vuol vestirsi di rosa: non esistono
solo il bianco ed il nero ma altri
mille colori.
Marta La Rocca
II A ITIS
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