Il Michelangelo n° 4 a.s. 2013/14 | Page 15

Dedicato ad un ragazzo che amava il rosa No, non ho messo un quadratino rosa sul mio profilo di facebook come tanti hanno fatto per commemorare Andrea morto suicida a causa degli innumerevoli insulti; il rosa non è mai piaciuto così come, non amo il giallo e l'arancione, forse per questo, verrò reputata strana, diversa o polemica, eppure mi piacciono tanti altri colori, sfumature più o meno intense, mi piacciono gli animali e, forse, un pò meno gli uomini, gli esseri umani. Alcuni, proprio, non li sopporto. Adesso, verrò accusata di misantropia. Ecco, ci siamo, verrò etichettata come la "misantropa". E' facile dare delle etichette alle persone. Io sarò la misantropa, mi piace... tu, forse, sarai lo scemo, il cretino, lo zoppo, la balena, il drogato, lo straniero ..basta poco! C'è solo l'imbarazzo della scelta, potrei andare avanti per ore con insulti pesanti. Spesso ci dimentichiamo che dietro l'alcolizzato o il "ritardato" c'è una persona che, magari, ha anche un nome, una famiglia e dei sentimenti, prova dolore, rabbia, vergogna e pietà. Un ragazzo omosessuale sarà un "frocio", chi è sottopeso, forse sarà chiamato "scheletro" e, via, a suscitare il divertimento e le risatine di altrettanti esseri imperfetti. Ma, accidenti, lo capiamo o no che la perfezione non ci appartiene!??? Ci sarà sempre il più magro, il più basso, il più intelligente, il più ed il meno, di me, di lui, di noi, dell'altro. Cosa sta succedendo, in questo mondo d'immagini distorte, di valori stravolti, dove solo l'apparire sembra avere importanza? Cosa ci insegnano gli adulti? Magari, è proprio da loro che prendiamo esempio. Basta disprezzare! Basta invidia e paura! Possibile che ci sentiamo così piccoli che per star meglio abbiamo bisogno di sminuire l'altro? Ogni giorno si sente parlare di bullismo e di "branco", giovani come noi che arrivano a ferire talmente l'altro fino al punto di farlo sentire inutile, sbagliato, diverso. Andrea era un ragazzo come noi che aveva un sogno e non potrà realizzarlo mai più, meritava di vivere la propria vita come ognuno di noi, magari con un uomo al suo fianco anche lui vestito di rosa. Noi giovani, figli della globalità e dell’intercultura, abbiamo un grande compito: abbattere gli orrori di un ostile nemico (il pregiudizio) e, solo rispettando la diversità, riusciremo a costruire le radici sulle quali fondare, attraverso l’armonia dei colori, la pace nel mondo. Vestiamoci come vogliamo, amiamo chi o cosa vogliamo, senza giudicare né meravigliarci se un ragazzo vuol vestirsi di rosa: non esistono solo il bianco ed il nero ma altri mille colori. Marta La Rocca II A ITIS PAGINA 15