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 rottura di parti di impianto , proiezione di materiali , produzioni di archi e innesco di incendio .
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 Protezione contro il cortocircuito
 I dispositivi di protezione hanno la funzione di interrompere le correnti di cortocircuito prima che tali correnti possano diventare pericolose per gli effetti termici e meccanici nei conduttori e nelle relative connessioni . Il dispositivo di protezione contro il cortocircuito deve essere installato di regola entro tre metri dall ’ origine dell ’ impianto ; si ammette peraltro l ’ installazione di tale dispositivo non in tale posizione , purché il tratto non protetto sia realizzato in modo che : - il pericolo di corto circuito sia ridotto al minimo , ad esempio con adeguati ripari contro le influenze esterne ; - anche in caso di cortocircuito sia ridotto al minimo il pericolo di incendio o di danno per le persone . Il dispositivo di protezione dovrà possedere un potere di interruzione almeno uguale alla corrente di cortocircuito presunta nel punto di installazione . Nel determinare questo valore di corrente si deve considerare la configurazione circuitale più gravosa . I dispositivi di protezione contro il cortocircuito devono intervenire tempestivamente , ossia in un tempo tale da evitare che conduttori raggiungano temperature oltre i limiti ammissibili .
 Per la protezione contro i cortocircuiti possono essere impiegati i fusibili o gli interruttori automatici magnetotermici . I primi sono normati dalla serie di Norme CEI EN 60269 . La loro peculiarità è data dalla caratteristica di intervento a tempo inverso , che prevede cioè un tempo di interruzione del circuito sempre minore all ’ aumentare della corrente di
 Tipo di curva Soglia di intervento Applicazione
|  B |  da 3 a 5 volte In |  Circuiti con basse correnti di | 
|  |  |  spunto ; protezione di cavi con | 
|  |  |  lunghezza notevole | 
|  C |  da 5 a 10 volte In |  Circuiti ohmico-induttivi con | 
|  |  |  medie correnti di spunto | 
|  D |  da 10 a 20 volte In |  Circuiti con elevate correnti di | 
|  |  |  inserzione ( motori , trasformatori , | 
|  |  |  ecc .) | 
 Tabella 1 . Le curve di intervento per gli interruttori modulari presenti sul mercato sono sostanzialmente di tre tipi , B , C e D
 guasto . Come si è già visto per la protezione delle persone , a parità di intensità di corrente un evento sarà tanto più dannoso quanto maggiore sarà la sua durata nel tempo . Nella pratica dei circuiti di distribuzione condominiali i fusibili non trovano una grande applicazione , anche se da un punto di vista pratico sono a basso costo , hanno un alto potere d ’ interruzione e si adattano bene a essere utilizzati in selettività con gli interruttori automatici . Per contro sono in generale meno pronti degli interruttori automatici , meno adatti per la protezione contro il sovraccarico e devono essere sostituiti tutte le volte che intervengono .
 Gli interruttori automatici si possono classificare in due categorie principali : 1 ) interruttori di tipo modulare per uso domestico e similare , rispondenti alla Norma CEI EN 60898 ( CEI 23-3 / 1 ) “ Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per impianti domestici e similari ”.
 2 ) interruttori di tipo scatolato , rispondenti alla Norma CEI EN 60947-2 “ Interruttori automatici per corrente alternata a tensione nominale non superiore a 1000V e per corrente continua non superiore a 1500 V ”. Il loro funzionamento comprende una parte termica cui corrisponde una caratteristica a tempo inverso e una parte di intervento magnetico cui corrisponde un intervento quasi istantaneo .
 Le curve di intervento per gli interruttori modulari presenti sul mercato sono sostanzialmente di tre tipi , B , C e D ( le loro applicazioni sono indicate nella Tabella 1 ).