Il foglio dell'Umanitaria n.3 ottobre 2015 - gennaio 2016 | Page 35

4 L'UMANIT ARIA di tipi umani che possono servire di profondo studio allo psicologo ed al pensatore. Se mi è permesso, nonostante il breve tempo che ho passato qui, di formulare un giudizio sull'insegnamento pratico che un osservatore può dedurre dall'unione di tante per~one cosl diverse che qui si riuniscono, dovrei confessare che il maggior numero dei frequentatori della Casa di lavoro è formato da due distinte categorie: • da persone capaci che vengono nel gran centro attratte dalla speranza di poter ricavare maggior vantaggio dal proprio lavoro e che sono ai primi tenta· tivi di queste loro ricerche, o da gente che assolutamente non ha, per difetto d'educazione, la capacità di poter dominare le difficoltà della vita. Si resta fortemente impression.lti davanti al fatto che moltissimi non sanno far proprio nulla perchè probabilmente nessuno si è mai incaricato di insegnar loro qualche cosa. Quanto possono fare le scuole per eliminare questo genere di paria umani, questi disgra· ziati parassiti sociali! Il laboratorio Un'altra dolorosa constatazione Sl e dovuto fare: • quanti ragazzi minorenni abbandonati a tutti i casi e ai pericoli della corruzione di una grande città, senza guida alcuna, vengono a cercare ospitalità alla Casa di lavoro! Certi fenomeni sociali, visti da lontano, sembrano, alle volte, ilIogici e mostruosi, mentre chi v'de il trist quadro della miseria ne' suoi particolari e da vicino, si persuade che vi è pur troppo un terribile nesso tra la trag dia compiuta e i suoi prdimi nari. N lIa Casa di lavoro si possono studiare anche tutti i mali che derivano dalle varie gradazioni dell'ignoranza, da quella boriosa alla più incosciente. S guu i mi i appunti e noto. Giungono alle volte delle povere donne coi figli alla Casa di lavoro: allora si cerca di farli usufruire delle opere di beneficenza e assistenza di Milano per l'infanzia. Se sono bambini lattanti si mandano al Ricovero pei bambini lattanti. Una povera sarta venuta da Napoli, con un ragazzo di sette anni, era incapace di trovar lavoro per non sapere dove e come appoggiare il proprio bimbo, il quale fu pietosamente accolto dall'Associazione italiana per la protezione dell'infanzia. CosI pure la famiglia di due coniugi emigranti venne premurosamente ricevuta all'Asilo Mariuccia. Ultimamente una donna gi~ns.e qui tutt~ cosparsa di gemme false. Essa, nei prIml momentI, parve una nota stonata nel nostro ambiente. Faceva l'effetto di essere una estranea ai casi pur dolorosi della sua vita che l'avevano spinta a noi. Però l'opera paziente di persuasione della dirigente il laboratorio femminile valse a farla mettere al lavoro di buona lena. Si tolse le gemme, quasi volesse cancellare la vita pas· sata. Riuscì a diventare un'operosa lavoratrice. Quando terminerà i suoi ventun giorni sarà accolta in un laboratorio di sarti e potrà in tal modo abbandonare la ,triste vita prima vissuta. E sempre con una viva e forte emozione che si vede partire dalla Casa di lavoro una creatura salvata dalla dolorosa angoscia della disoccupazione. Alcuni sentono il dovere gentile di venire a dare notizie sui loro nuovi posti; e per quanto si possa dire, dai fatti ri· sulta che la Casa di lavoro raggiunge il suo alto scopo, cioè di sollevare lo spirito e di ridonare . la fede a chi dal lavoro aspetta il proprio sostentamento. acchctti. Col ritorno d 11 energie e col beneficio del lavoro si notano delle trasformazioni tali da spingere a non abbandonare quel poco già tentato, ma a procedere con fede in questa via. Gli è che la via è lunga e dolorosa. Spesso quando i ventun giorni sono trascorsi e il posto ambito non è stato trovato, si pena ad abbandonare chi resta di nuovo solo senza difesa dopo il periodo di serenità e di riposo avuto. ccorrerebbe, indipendent mente dall'opera dell'Umanitaria che si compie alla Casa di lavoro, che un Comitato di persone benefiche e desiderose di venire in aiuto ai dise· redati costituissero una Società di soccorso, non soltanto per dare aiuti materiali di danaro, ma anche appoggi morali. In Milano, dove esistono tante anime generose e dedite al bene, è sperabile che questo Comitato possa completare e sviluppare l'azione morale e mat riale intrapresa per venire in aiuto ai disoccupati. A torto fu detto che alla Casa di lavoro non si sarebbe presentata che la parte più scadente dei paria sociali; si presentano invece delle persone in • pieno vigore di vita che aneÌano a poter essere rese indipendenti col proprio sforzo. La Casa di lavoro non ha l'impronta di un asilo di vecchi o di infermi.