Il foglio dell'Umanitaria n.3 ottobre 2015 - gennaio 2016 | Page 29

On s u c o F il FOGLIO dell’Umanitaria 28 28 FOTO CRONACA DEL CICLO DI INCONTRI DEDICATO AD ALESSANDRINA RAVIZZA di Claudio A. Colombo Photo di Martina Pasquin, Daniele Vola, clac Con il contributo di: za del Duomo, all’Unione Femminile, a Inverart e nella nostra sede), ha dato i risultati attesi, coinvolgendo tante persone comuni e addetti ai lavori, richiamati dalla nomea di un personaggio straordinario che – insieme a tante altre “donne di cuore” – ha vissuto la sua vita al servizio degli altri, per “ridare coi fatti dignità di vita”. Dalle riflessioni del filosofo Salvatore Veca all’afflatus delle letture con sottofondo musicale di David Gammon Scheriani, dalla ricostruzione della vita della “mamma dei poveri” fatta da Giuliana Nuvoli e Paola Signorino alla rievocazione di Francesco Oppi circa il rapporto con Umberto Boccioni, dal mondo femminile impegnato a garantire dignità e diritti evocato da Fiorella Imprenti e Angela Maria Stevani Colantoni alle testimonianze di tre donne (Anna Introini, Alessandra Kustermann e Francesca Garisto) che tutti i giorni, come la Ravizza, vedono la sofferenza e la disperazione delle donne vittime di violenza. Il ciclo di incontri organizzati in occasione del centenario della scomparsa di Alessandrina Ravizza e del volume che abbiamo voluto dedicare alla sua esistenza esemplare, “La signora dei disperati” (all’ex Spazio Cobianchi in piaz- Proprio come raccontava Sasha (così veniva chiamata dai più intimi la Ravizza) nel suo volume “Sette anni di vita della Casa di Lavoro”: “Tra le dolorose figure ch’io vidi salire il calvario, grandeggia nella mia memoria una tragica figura di madre: la sua era una lunga storia di affanni, di vigliacchi abbandoni e la constatazione che l’essere umano può pareggiare per ferocia con le belve. Sorvolerò sulle difficoltà superate a poco a poco lei si riebbe e le tornò la facoltà di sperare. Ecco una delle più oneste e giuste reintegrazioni compiute dalla Casa di Lavoro, che può onorarsi di aver contribuito a ridonar pace e serenità a un’anima affranta, vittima di tanta crudeltà”.