Il foglio dell'Umanitaria n.3 ottobre 2015 - gennaio 2016 | Page 2
il
FOGLIO dell’Umanitaria
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A ruota libera
“Vi è mai capitato di disperazione di centinaia “di poveri cristi,
vedere quei poveri assonnati, stanchi, anneriti, digiuni, incanalati
emigranti, provenienti dall’estero, pieni di verso le frontiere chiuse un po’ da tutte le
miserie e di disgrazie, ammucchiati e getta- polizie europee” (come scriveva il grande
ti alla rinfusa? Ammucchiate le famiglie, in Gadda nella Meccanica).
piena promiscuità di sessi, accovacciate Nel guardare la situazione di oggi – e
lungo i margini della conca verde che rabbrividire davanti ad uno spettacolo a
dovrebbe recare una nota di gaiezza nel dir poco disumano – saltano all’occhio le
gran grigio del piazzale della Stadue facce di un’emergenzione: obbligati così a rifocillarsi, a
za che pare il classico
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dormire, a pettinarsi, a mutarsi la
cane che si morde la
questa immagine
biancheria personale. Tale il quacoda: l’esodo infinito di
dro doloroso e vergognoso che
valanghe di profughi che
FOGLIO
digitale
sino ad oggi la Milano civile e
vogliono sfuggire alla
benefica ha tollerato…”.
fame, alla guerra, al terroe scopri nuovi
Se la prosa non fosse chiararismo, e la ricerca dispecontenuti nella
mente ed evidentemente antirata di un lavoro, che difversione online
quata (risale al 1907); e con i
ficilmente si troverà, ricodovuti distinguo, perché il lavoro profuso minciando il proprio viaggio della spein questi mesi – ma ormai sono anni – ranza, che sembra protrarsi all’infinito.
dall’Amministrazione municipale e da Nel mezzo, i proclami di una certa politante associazioni di volontari è davvero tica che soffia sul fuoco, i mancati accormeritorio (tanto è vero che non è avve- di tra Stati che si presentano come “la
nuto nulla che assomigli ai problemi di culla della democrazia”, e nuove barriere
Mafia capitale o gli illeciti commessi in etniche, nuovi muri da scavalcare, nuovi
Sicilia, nel centro di “accoglienza” di Cara reticolati da attaccare, sbeffeggiando la
di Mineo), questa descrizione potrebbe libera circolazione di Schengen.
essere tranquillamente letta come se Lavoro. Emigrazione. Che fare? Senza
fosse scritta oggi, denuncia di uno dei sembrare vanitosi, vorrei soffermarmi
tanti cronisti che quotidianamente sullo spirito riformista di cui anche queosservano cosa succede nelle nostre sto Ente è stato fautore, nell’Italia del
città, con i bivacchi, la sporcizia, e la secolo scorso, quando anche i nostri
connazionali partivano oltre frontiera alla ricerca di un’occupazione che la madrepatria non garantiva
(“per noi l’Italia è chi ci
dà da mangiare”
ripetevano i nostri
macaronì).
Ma
prima di partire
potevano contare
su una rete di
contatti e sull’azione educativoassistenziale dell’Umanitaria che –
insieme a cooperative, sindacati, istituzioni pubbliche e private
– si operava instancabilmente affinché i diritti di
tutti (uomini e donne) fossero garantiti. Perché di fronte
di Piero Amos Nannini
alle difficoltà della vita si potesse trovare
una soluzione di normalità: vuoi con le
scuole professionali, vuoi con la Casa di
Lavoro (di cui fu emblema la grande
Alessandrina Ravizza), vuoi con gli uffici
di collocamento, vuoi con le case degli
emigranti, dove i viandanti della disperazione di allora potevano trovare ristoro
con un pasto caldo, un letto pulito, il
bagno obbligatorio (gratuito), e contestualmente ricevere tutte le indicazioni
occorrenti in materia di viaggi, di
norme, di facilitazioni ferroviarie, con
notizie fresche da tutta Europa sul
mercato di lavoro.
È troppo pensare ad un servizio analogo
oggi, con i potenti mezzi della tecnologia,
con i social, con le banche dati, con il
world wide web? O vogliamo continuare a farci e fare del male, permettendo
ancora le scene viste in Bulgaria, per non
dire dei caporalati, delle carrette del
mare e l’ignominia della non accoglienza?
il
FOGLIO
Umanitaria
dell’
anno XXI
n° 3 2015
QUADRIMESTRALE DELLA SOCIETÀ UMANITARIA
FONDATA A MILANO NEL 1893
Direttore responsabile
Piero Amos Nannini
In redazione:
Claudio A. Colombo, Francesca Di Cera
Maria Helena Polidoro, Daniele Vola
Progetto grafico di Francesco Oppi
Chiuso in redazione il 30 settembre 2015
Stampa: Iacchettistampa, Milano
Tiratura: 3.500 copie
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Progetto editoriale di Daniele Oppi
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Divenuto quadrimestrale, il nostro house-organ
si arricchisce ogni mese nella versione on-line
con aggiornamenti e servizi multimediali.
In copertina: manifesto del designer Mirko Ilic, tratto dalla mostra No Words Posters (a cura di Armando Milani). La mostra si inaugura al Castello Sforzesco il 23 ottobre 2015.
A fianco: un bivacco di emigranti alla Stazione Centrale in un disegno tratto dall’Illustrazione italiana
del 1908: un angosciante deja vu dei migranti di oggi.