1937 - Russia 2011 - Fiction - 18'
di Svetozar Golovlev
In
18
minuti,
Golovlev
proietta lo spettatore negli
anni cupi della Russia del
Grande Terrore ovvero della
repressione diretta da Stalin
per
“epurare”
comunista
il
da
partito
presunti
cospiratori.
Il
rappresenta,
infatti,
1937
il
periodo più acuto per arresti e processi. In questo clima, osserviamo due giovani con in braccio il
loro bambino a bordo di un treno affollato dai colori smunti. Lei ha il capo coperto da un umile
fazzoletto, lui, Stepa, indossa un basco verdino che lo fa sembrare più vecchio. Da abiti e
vegetazione potremo essere in Settembre, freddo ma non troppo. Per la dolcezza del viso, la
ragazza ricorda la Maria del Gesù di Nazareth di Zeffirelli. Gli occhi sembrano di altro colore, ma
bellezza e tenerezza sono le stesse. La paura è altrettanto presente nello sguardo di entrambe,
ma identica speranza accompagna i loro passi. Ascoltiamo questi giovani chiacchierare, in attesa
di vederli scendere alla fermata che li porterà in una chiesa di un villaggio alla periferia di Mosca
dove sono diretti per battezzare il figlioletto. Durante la camminata, di notte, dal finestrino di un
treno che trasporta prigionieri in luogo lontano e segreto, una mano anonima lascia cadere un
biglietto manoscritto. I giovani lo raccolgono, trepidanti ma curiosi e vi leggono un appello ad un
familiare, una dichiarazione di innocenza, ma al tempo stesso d’amore, di volontà di rassicurare
una moglie amata lontana. Tentennano, vorrebbero trasmettere quella missiva ma sono terrorizzati
dal poter essere arrestati come oppositori del comunismo. Angosciati, pensano di essere inseguiti
nel buio della notte e, nel timore, gettano il biglietto che poteva essere la salvezza di un prigioniero
o l’ultimo saluto alla famiglia ignara del destino in agguato. Giunti alla chiesa ortodossa cui erano
diretti, qui incontrano un’altra coppia arrivata per sposarsi, in segreto. Così come in segreto deve
essere celebrato il battesimo, altrettanto dovrà avvenire per il matrimonio. Se i futuri sposi
giungono senza testimoni di nozze, i nostri protagonisti arrivano senza padrino e madrina. Allora le
coppie si aiutano. Nel battesimo, l’acqua purificatrice laverà via le paure, indicherà la soluzione che
si cerca con difficoltà. Perché capiamo che i due giovani, che sembrano ritrovare, sulla strada del
ritorno, il foglietto gettato nell’ombra, faranno in modo che quel messaggio venga recapitato.
Perché la coscienza e l’amore trionfano su ogni repressione. (SS)
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