Vai col liscio - Italia 2012 - Fiction - 12' 02"
di Pier Paolo Paganelli
Tanti
attori
per
questa
produzione definita “a costo
zero”, girata nella periferia di
Bologna ed in Romagna: da
Andrea Mingardi a Valerio
Mastandrea fino alla Iena
Pif, a Elisabetta Cavallotti,
Leo
Mantovani,
Marco
Mezzetti e a Raoul Casadei,
il
“Maestro”,
fugacemente
simpatia.
che
nella
appare
sua
Cortometraggio
vincitore del Premio Corto Dorico nel 2012. Da sette giorni due band di liscio suonano
ininterrottamente, 24 ore su 24, in una buia balera, per sopravvivere ad una minaccia terrificante,
strana ed ignota. Le macchine sono ferme da tempo, le strade sono silenziose e completamente
deserte ed abbandonate, il clima è spettrale, un po’ pauroso ed intimidatorio, tanto più che la
critica ha parlato di zombie-movie, con virate al grottesco vero e proprio. In effetti, la canzone di
Raoul Casadei che viene ripetuta in continuazione, la mazurka di periferia, sembra l’unica arma di
cui dispongono i musicisti per fermare l’invasione di zombie che alle prime note si fanno rapire dal
ballo ma che sono pronti a sbranare la band se dovesse anche solo provare ad interrompersi. I
musicisti sono stanchi, stremati, hanno fame, vanno avanti a ritmo di anfetamine generosamente
regalate da un personaggio dal viso, dalle fattezze e dal ghigno felliniano. Essi lottano contro i
morti viventi, personaggi marci nell’anima, nel corpo e nel viso, che danzano nelle balere
romagnole, insaziabili, pronti a sbranare chi ferma la musica. Non capiamo perché sono costretti a
suonare senza interruzione, chi li obbliga, per quanto tempo riusciranno a resistere senza crollare,
se riusciranno a scappare o se soccomberanno, distrutti. Le domande restano senza risposte.
Capiamo solo che si continua a suonare. Andrea Mingardi, in chiusura, canta, E’ musica, brano
che ha portato a Sanremo, rielaborato sotto forma di mazurka. Solo la musica salverà da questa
paurosa invasione di zombie dai quali, peraltro, oggi, siamo spesso circondati. (SS)
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