Genesi - Italia 2013 - Fiction - 18'
di Donatella Altieri
Vincitore del Premio Michelangelo Antonioni al
Bif&st di Bari 2013, Genesi è magistralmente
interpretato dal noto Roberto Herlitzka, vincitore, nel
2004, del David di Donatello come miglior attore
non protagonista per l’interpretazione di Aldo Moro
nel film di Bellocchio Buongiorno, notte, e dal
giovanissimo, spigliato e sorprendente Claudio
Salvato. Ambientato nella generosa Puglia, a
Gravina, ne cogliamo immediatamente i tratti
distintivi, nei colori della terra e dei suoi ulivi, nel
calore della sua gente. Da un’intervista alla regista
apprendiamo che l’idea del corto nasce da una fiaba
della tradizione orale, Regina Lenticchia, che
racconta il dolore immenso di una madre per la perdita di una figlia. Un dolore disperato e sfrenato
che non è vissuto nel silenzio ma che viene urlato, straziato, graffiato. La natura intera partecipa a
questa tragedia, i 18 minuti della pellicola ci proiettano nell’affanno di un padre, Giovanni, ormai
perso da tempo, soprannominato in paese il fantasma, non solo perché sempre vestito di bianco,
ma forse anche perché come tale vaga alla ricerca di una risposta e nel ricordo della figlioletta che
il destino gli ha sottratto. Un bambino, il nipote del suo amico d’infanzia, lo accompagna in questo
ricordo, le parole scorrono a fiumi sullo sfondo del racconto di come Dio dipingeva nei sette giorni
della creazione del mondo. Annetta e la Genesi. Annetta e la bellezza del mondo, della Natura, dei
suoi colori. Giovanni ed il suo tentativo di far morire la morte. Nei flashback dell’infanzia, Giovanni
rivede gli alberi, simbolo di forza ma anche di esorcismo della morte, quegli alberi di una tradizione
contadina dove, secondo l’antropologo Arnold van Gennep, “...si avvertiva il lauro del giardino
della morte del suo padrone, sussurrandogli l’annuncio e scuotendolo leggermente per impedirgli
di seccare dal dolore”. Tutto ruota intorno a questi alberi che vengono scossi, ad una natura viva,
tenera, complice, amica, ad un abbraccio necessario uomo-natura, oggi perso. E qui ricordiamo gli
insegnamenti del Don Juan del peruviano Carlos Castaneda, per il quale abbracciare un albero e
raccontargli i nostri problemi - sempre ad alta voce - ci può fare scoprire un vero amico, che ci
capisce e ci risponde, oltre a metterci in uno stato di pace. (SS)
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