Il Corriere Termo Idro Sanitario Luglio/Agosto 2025 | Page 10

10 TIS n. 422 LUGLIO ÷ AGOSTO 2025 I www. infoimpianti. it
L’ ESPERTO RISPONDE
DOMANDE APERTE
Pierfrancesco Fantoni

Le risposte sui temi segnalati dai lettori

POMPE IDRAULICHE

Quali sono le caratteristiche di un’ elettropompa da tenere presente per fare una scelta adatta per un circuito di riscaldamento?

La scelta di un’ elettropompa per un circuito di riscaldamento viene fatta sulla base di diversi criteri che ne assicurino il corretto funzionamento, l’ efficienza energetica e la durata nel tempo. Uno dei principali parametri da considerare è la portata di fluido( acqua) che la pompa deve movimentare nell’ unità di tempo, ossia i m3 / h o i l / s. La portata necessaria si determina in base alla potenza termica totale dell’ impianto e al salto termico desiderato( differenza di temperatura tra l’ acqua in mandata e in ritorno). Mentre una portata insufficiente non permetterebbe di distribuire il calore in modo adeguato, una portata eccessiva comporterebbe sprechi energetici e rumore. Un ulteriore importante fattore da considerare è la prevalenza, ossia l’ altezza manometrica che la pompa deve vincere per far circolare il fluido nel circuito.

Si misura in metri di colonna d’ acqua. Essa non corrisponde all’ altezza geometrica dell’ impianto, ma alla somma delle perdite di carico dovute all’ attrito e alle resistenze localizzate( valvole, curve, caldaia, termosifoni, ecc.). Per la sua determinazione richiede un calcolo accurato delle perdite di carico distribuite( lunghezza delle tubazioni, diametro, rugosità) e localizzate( coefficienti di perdita dei vari componenti). Esistono tabelle e software specifici per questo calcolo. Mentre una prevalenza insufficiente non garantirebbe la circolazione del fluido in modo completo, una prevalenza eccessiva porterebbe a consumi energetici elevati, rumore e possibile cavitazione. Le elettropompe per riscaldamento devono essere in grado di operare con temperature elevate, anche fino a 90 ° C, ma possono essere chiamate a lavorare anche a 110 ° C in impianti ad alta temperatura. La pompa scelta deve essere in grado di sopportare
Elettropompa per circuiti di riscaldamento( da doc. Klimatizacja. pl)
sia la pressione statica dell’ impianto( data dall’ altezza geometrica e dalla pressione di riempimento) che la pressione dinamica generata dal suo funzionamento. Il livello di rumorosità, la resistenza alla condensa e ai liquidi antigelo e l’ efficienza energetica sono ulteriori parametri significativi che possono orientare nella scelta di un tipo di elettropompa piuttosto che un altro.
TRATTAMENTO ANTICALCARE DELL’ ACQUA
Che tipi di resine si utilizzano per l’ addolcimento dell’ acqua?

Per l’ addolcimento dell’ acqua, tra i tipi di resine più comuni troviamo le resine a scambio ionico. Esse rimuovono efficacemente gli ioni di calcio e magnesio, riducendo drasticamente la durezza dell’ acqua. proteggono tubazioni, elettrodomestici( lavatrici, lavastoviglie, scaldabagni) e impianti industriali dall’ accumulo di calcare, prolungandone la durata e migliorandone l’ efficienza. L’ acqua addolcita è più gradevole per la pelle e i capelli, e migliora l’ efficacia dei saponi e dei detersivi, riducendone il consumo. Queste resine devono essere rigenerate periodicamente con sale( cloruro di sodio o, meno comunemente, cloruro di potassio). Durante il processo di scambio ionico, gli ioni calcio e magnesio vengono sostituiti con ioni sodio. Questo può portare a un leggero aumento del contenuto di sodio nell’ acqua trattata, che potrebbe essere una preoccupazione per persone con diete a basso contenuto di sodio o problemi di ipertensione. Esistono alternative con potassio, ma sono meno comuni e più costose. L’ acqua di scarico della rigenerazione, contenente sale e i minerali rimossi, deve essere smaltita correttamente. Questo può avere un impatto ambientale se non gestito adeguatamente. Richiedono una manutenzione regolare, inclusa la ricarica del sale e la pulizia periodica delle resine per evitare la proliferazione batterica o l’ incrostazione( ad esempio da ferro o manganese). Fra di esse annoveriamo le resine cationiche fortemente acide( SAC- Strong Acid Cation) che contengono gruppi solfonici che scambiano ioni sodio( Na +) con ioni calcio( Ca ² +) e magnesio( Mg ² +) presenti nell’ acqua, che sono i principali responsabili della durezza. Una volta esaurite, vengono rigenerate con una soluzione salina( cloruro di sodio, NaCl), che rilascia ioni sodio e rimuove calcio e magnesio dalla resina, inviandoli allo scarico. Vengono impiegate in applicazioni domestiche, commerciali e industriali per la rimozione totale della durezza. Le resine cationiche debolmente acide( WAC- Weak Acid Cation) contengono gruppi carbossilici. Sono più efficienti nella rimozione della durezza associata all’ alcalinità( durezza temporanea) e richiedono una quantità minore di rigenerante rispetto alle resine SAC. Tuttavia, non sono efficaci nella rimozione della durezza permanente. Possono essere impiegate in combinazione con resine SAC per un trattamento più completo, o per acque con alta alcalinità. Sono più resistenti agli ossidanti.

RICERCA FUGHE
A quale pressione di azoto posso portare il circuito frigorifero di uno split per verificare se ci sono perdite?

Per verificare le perdite in un circuito di un condizionatore split con azoto, la pressione massima a cui si può portare il circuito dipende dal tipo di gas refrigerante che il sistema utilizza. È fondamentale fare riferimento alla pressione di esercizio del refrigerante specifico per evitare danni all’ impianto. Per sistemi che utilizzano R410A, la pressione di prova con azoto si aggira solitamente attorno ai 40 bar. Alcuni testano anche a pressioni leggermente superiori, arrivando anche a 45 bar per aumentare la probabilità di trovare la perdita. Anche per i sistemi con R32, le pressioni di prova sono simili, dell’ ordine di circa 40 bar. Per altri refrigeranti( es. R134A, R407C, R22) le pressioni di prova sono generalmente inferiori in quanto sono caratterizzati da pressioni di esercizio inferiori rispetto all’ R410a e all’ R32, Risulta importante ricordare, comunque, che la pressione di prova non deve causare danni ai componenti. La normativa EN 378 stabilisce che la pressione di prova di tenuta deve essere pari alla pressione massima ammissibile PS. In merito, si può ricordare che il successo della prova di tenuta non dipende solamente dalla pressione a cui si porta il circuito ma anche dal tempo di mantenimento di tale pressione. Una volta raggiunta la pressione desiderata, è consigliabile lasciare il circuito in pressione per un periodo di tempo sufficiente per rilevare eventuali cali di pressione dovuti a perdite. Le piccole variazioni di pressione dovute alle fluttuazioni di temperatura ambiente non devono trarre in inganno.

MATERIALI ISOLANTI
Come viene prodotto e quali sono le principali caratteristiche del polietilene impiegato per la coibentazione delle tubazioni dei circuiti?

Il polietilene estruso( PE) / polietilene espanso( PEF) è un materiale isolante molto diffuso per le tubazioni dei circuiti di riscaldamento, grazie a un buon equilibrio tra prestazioni e costo. Esso è un polimero termoplastico ottenuto dalla polimerizzazione dell’ etilene. È uno dei materiali plastici più comuni al mondo. L’ aggettivo estruso o espanso è dovuto al fatto che il polietilene viene sottoposto ad un processo che introduce delle celle gassose( bolle d’ aria o di un altro gas) all’ interno della struttura del materiale. La maggior parte dei polietileni espansi utilizzati per la coibentazione ha una struttura a cellule chiuse. Questo significa che le bolle di gas all’ interno del materiale sono indipendenti e non comunicano tra loro. Questa caratteristica è fondamentale perché rende il materiale impermeabile all’ acqua e resistente alla diffusione del vapore acqueo, prevenendo efficacemente la formazione di condensa sulle tubazioni fredde e mantenendo le proprietà isolanti anche in ambienti umidi. La presenza delle celle gassose lo rende molto leggero e, a seconda del processo produttivo e della densità, anche molto flessibile. Questa flessibilità è cruciale per l’ installazione su tubazioni che possono avere curve e raccordi. Il processo di estrusione è uno dei metodi per creare questa struttura espansa, in cui il polietilene fuso viene spinto attraverso una filiera e contemporaneamente viene introdotto un agente espandente che forma le bolle.

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