Il Corriere Termo Idro Sanitario Giugno 2025 | Page 10

TIS n. 421 GIUGNO 2025 I www. infoimpianti. it
L’ ESPERTO RISPONDE
DOMANDE APERTE
Pierfrancesco Fantoni

Le risposte sui temi segnalati dai lettori

REFRIGERANTI INFIAMMABILI

Nel settore del riscaldamento e del condizionamento si stanno diffondendo sempre più le pompe di calore monoblocco a propano. Quali sono i rischi che si possono correre quando si esegue la manutenzione su queste apparecchiature?

Rappresentazione grafica della molecola di propano, C 3
H 8

Il principale rischio che si può correre nell’ attività di manutenzione quando si lavora con R290 è quello di incendio e esplosione. Il propano è un idrocarburo altamente infiammabile( classe di sicurezza A3). Anche piccole perdite di refrigerante in presenza di una fonte di ignizione( scintille elettriche, fiamme libere, superfici calde) possono causare incendi o esplosioni, specialmente in ambienti chiusi o poco ventilati. Se la concentrazione di propano nell’ aria raggiunge determinati limiti( fatto che può accadere con facilità, visto che il limite inferiore di infiammabilità per l’ R290 è relativamente basso), si può formare una miscela esplosiva.

Come per tutti i refrigeranti, anche il propano quando si diffonde all’ interno di un ambiente chiuso, come può accadere in caso di perdite significative di refrigerante in ambienti confinati, può spostare l’ ossigeno presente nell’ aria, creando un ambiente con carenza di ossigeno e causando, di conseguenza, asfissia. Essendo più pesante dell’ aria, tende ad accumularsi in basso. Anche il contatto con il refrigerante liquido è una delle evenienze che possono provocare infortuni. Anche in questo caso, come per tutti i refrigeranti, il contatto diretto con il propano liquido, a causa della sua bassa temperatura di ebollizione, può causare gravi ustioni da freddo o congelamento
della pelle e degli occhi. I rischi dell’ utilizzo del propano afferiscono anche alla componente elettrica. Come per qualsiasi apparecchiatura elettrica, durante la manutenzione sussiste il rischio di scosse elettriche se non si seguono correttamente le procedure di sicurezza e non si disalimenta l’ unità prima di intervenire. Inoltre, interventi non eseguiti correttamente sull’ impianto elettrico potrebbero generare archi elettrici, che rappresentano un vero pericolo in presenza di perdite di propano. Queste situazioni possono essere generate da situazioni lavorative di diversa natura. Innanzitutto da perdite di refrige-
rante durante le operazioni di lavoro: ad esempio, collegamento e scollegamento delle fruste, carica o recupero del refrigerante ecc. Anche l’ utilizzo di attrezzature non adeguate e non certificate per l’ uso con refrigeranti infiammabili può aumentare il rischio di incidenti. Infine, l’ aspetto che riguarda la ventilazione. Lavorare in ambienti chiusi o con scarsa ventilazione durante la manutenzione aumenta il rischio di accumulo di propano in caso di perdite e la formazione in ambiente di concentrazioni pericolose. Nel caso in cui l’ apparecchiatura è installata all’ esterno, parte dei rischi sopra esposti vengono mitigati.
AGEVOLAZIONI FISCALI
Un cliente mi ha chiesto se anche per il 2025 si può usufruire del cosiddetto bonus condizionatori. Cosa devo rispondere?

Nella sostituzione di un’ apparecchiatura per il condizionamento già installata con una nuova installazione a più basso consumo di energia, è possibile usufruire del bonus condizionatori. La procedura può rientrare sia tra le agevolazioni del cosiddetto Ecobonus( disposizioni contenute nell’ articolo 14 del Decreto Legge 63 del 2013) sia tra le agevolazioni previste dal bonus ristrutturazioni( definite dall’ articolo 16 bis lettera h del TUIR). I due benefici possono essere goduti uno in alternativa all’ altro e non contemporaneamente. Il bonus può essere usufruito indipendentemente dalla realizzazione di opere edilizie all’ interno dell’ edificio in cui il condizionatore viene installato, secondo quanto è stato riportato recentemente dall’ Agenzia delle Entrate: nella nota si specifica la possibilità di beneficiare dell’ agevolazione fiscale quando si proceda alla sostituzione di un condizionatore con uno caratterizzato da minori consumi anche in assenza di lavori. Inoltre si chiarisce come deve essere effettuato il pagamento relativo all’ installazione per poter godere del beneficio. Per quanto riguarda i minori consumi del nuovo apparecchio deve essere acquisita idonea documentazione in grado di dimostrare il conseguimento di risparmi energetici in applicazione della normativa vigente in materia. Per quanto riguarda le detrazioni fruibili, il valore base è pari al 36 %, che può salire al 50 % se l’ installazione è in un’ abitazione principale. Per i prossimi anni 2026 e 2027, la detrazione subirà un decremento rispettivamente al 36 %( se prima casa) o al 30 %( per altri immobili).

FLUIDI FRIGORIFERI E IMPATTO AMBIENTALE
Che cos’ è l’ ODP di un refrigerante?
ODP( Ozone Depletion Potential,

L’ potenziale di distruzione dell’ ozono) di un refrigerante è un valore numerico che indica il potenziale relativo di una sostanza chimica di danneggiare lo strato di ozono stratosferico rispetto a una sostanza di riferimento, il CFC-11, a cui convenzionalmente viene assegnato un valore di 1.0. Questo parametro indica quanto è dannoso un fluido frigorifero per lo strato di ozono rispetto al CFC-11. L’ ozono è un gas naturalmente presente in atmosfera composta da 3 atomi di ossigeno, capace di filtrare le radiazioni ultraviolette provenienti dai raggi solari. L’ ODP di una sostanza chimica dipende dalla sua vita atmosferica( quanto tempo rimane nell’ atmosfera), dalla sua reattività con le molecole di ozono, dalla quantità di cloro o bromo contenuti nella sua molecola, poiché questi alogeni sono i principali responsabili della distruzione dell’ ozono. Le normative internazionali( come il Protocollo di Montreal) mirano a eliminare gradualmente in tutto il mondo l’ uso di sostanze con un elevato ODP per proteggere lo strato di ozono. In Europa l’ uso dell’ R22 è stato proibito proprio per il suo impatto sull’ ozono stratosferico. I refrigeranti HFC, HFO e quelli naturali non comportano problematiche ambientali in tal senso.

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