10 TIS n. 426 DICEMBRE 2025 I www. infoimpianti. it
L’ ESPERTO RISPONDE
DOMANDE APERTE
Pierfrancesco Fantoni
Le risposte sui temi segnalati dai lettori
COLLAUDI DI SICUREZZA
In cosa consiste la prova di tenuta UNI 7129 sugli impianti a gas? Di quale strumentazione c’ è bisogno?
La prova di tenuta sui circuiti del gas, secondo la norma UNI 7129 è un collaudo obbligatorio fondamentale per garantire la sicurezza e l’ idoneità meccanica di un impianto a gas di nuova realizzazione o soggetto a rifacimenti totali. La prova di tenuta fa parte della fase di collaudo dell’ impianto interno del gas e si articola in due fasi principali per gli impianti di nuova costruzione o rifacimento totale. Attraverso la verifica ad alta pressione si accerta la resistenza meccanica dell’ impianto. Lo scopo è verificare che le tubazioni, i raccordi e le giunzioni siano stati instal- lati correttamente e possano sopportare una pressione elevata senza danneggiarsi. L’ impianto viene pressurizzato con aria o gas inerte a una pressione di prova che è generalmente non inferiore a 5 bar( a meno di indicazioni diverse). La prova di tenuta vera e propria ha lo scopo di confermare l’ assenza di dispersioni di gas a pressione vicina a quella di esercizio. Essa avviene dopo la verifica ad alta pressione, e l’ impianto viene messo in pressione alla pressione di collaudo. La procedura prevede che tutti gli apparecchi utilizzatori( caldaie, piani cottura ecc.) e le valvole terminali siano chiuse o isolate. In seguito si immette il fluido fino a raggiungere la pressione di prova. Si attende un tempo di almeno 15 minuti per la stabilizzazione termica e meccanica del sistema e si effettua la prima lettura( P1). Si attendono ulteriori 5 minuti e si effettua la seconda lettura( P2). La caduta di pressione risultante( P1- P2) deve essere non maggiore dei valori limite stabiliti dalla norma( UNI 7129-1:2015), i quali dipendono dal volume in litri dell’ impianto: per un volume non maggiore di 100 litri la caduta di pressione deve essere inferiore a 0,5 mbar. L’ esito positivo di questa prova è obbligatorio e deve essere riportato nella Dichiarazione di Conformità dell’ impianto. Per eseguire la prova di tenuta a norma UNI 7129 è necessario utilizzare un manometro digitale ad alta precisione o un misuratore di prova di tenuta multifunzione che sia conforme alle norme di riferimento. Alcuni strumenti eseguono automaticamente la procedura UNI 7129( calcolo del volume, tempo di stabilizzazione, calcolo della caduta di pressione). Sono necessari anche alcuni accessori per isolare l’ impianto e introdurre il fluido di prova come una pompa( per pressurizzare l’ impianto), tappi e connettori( per chiudere tutti i punti di prelievo e gli apparecchi), un tubo di connessione e valvole di intercettazione( per eseguire i vari collegamenti).
UNITA DI MISURA
Per quale motivo o ragione storica per esprimere comunemente la potenza frigorifera di un condizionatore split anche in Europa si usano i BTU / h, che è un’ unità di misura del sistema anglosassone?
Questa domanda tocca un punto di frizione tra i diversi sistemi di unità di misura esistenti, cui nemmeno l’ a- dozione del Sistema Internazionale ha saputo porre concretamente rimedio. L’ utilizzo del BTU / h( British Thermal Unit per ora) per esprimere la potenza frigorifera dei condizionatori split anche in Europa, nonostante sia un’ unità del sistema anglosassone, è principalmente dovuto a ragioni storiche e di standardizzazione del settore, in particolare legate all’ influenza del mercato statunitense. Come sappiamo il condizionamento dell’ aria ha avuto un forte impulso e sviluppo iniziale negli Stati Uniti, in particolare con l’ invenzione di Willis Carrier all’ inizio del XX secolo.
Data l’ origine della tecnologia, le prime apparecchiature e i relativi standard di misurazione della capacità frigorifera furono definiti utilizzando unità anglosassoni, come il BTU e la Tonnellata di Refrigerazione( Ton of Ref): quest’ ultima risulta essere ancora in uso negli Stati Uniti per i sistemi di condizionamento di grandi dimensioni e risulta essere esattamente pari a 12.000 BTU / h. Le taglie standard dei condizionatori split( ad esempio 9.000, 12.000, 18.000, 24.000 BTU / h) sono tutte multipli o sottomultipli precisi di questo valore di 12.000 BTU / h. Questo ha creato uno standard commerciale pratico che è stato adottato globalmente per la classificazione dei prodotti. Con la diffusione su scala mondiale dei condizionatori,
in particolare dei modelli split prodotti da aziende asiatiche( che miravano anche al vasto mercato americano e a mercati non ancora metrici), l’ utilizzo dei BTU / h è stato mantenuto per omogeneità e per facilità di comunicazione nel settore: infatti, per produttori e installatori viene più naturale utilizzare una nomenclatura universale e immediatamente riconoscibile come i BTU / h piuttosto che convertirla e standardizzarla in modi diversi per ogni regione. Nel Sistema Internazionale( SI) di unità di misura, l’ unità corretta per la potenza( termica o frigorifera) è il watt( W). In Europa è questa l’ unità metrica che dovrebbe essere utilizzata: il watt corrisponde approssimativamente a 3,412 BTU / h.
FILTRAZIONE DELL’ ARIA
Che cosa significa la sigla HEPA che si trova sui filtri dell’ aria?
La sigla HEPA è un acronimo che sta per High Efficiency Particulate Air, che possiamo tradurre in aria particolata ad elevata efficienza. Essa indica un determinato standard di efficienza per i filtri dell’ aria. Un filtro, per essere definito HEPA( o, più precisamente, per rientrare nelle classi di filtrazione più elevate), deve soddisfare criteri di prestazione molto rigorosi. Esso viene progettato per trattenere una percentuale estremamente alta di particelle sospese nell’ a- ria: indipendentemente dallo standard cui si fa riferimento, deve comunque poter rimuovere oltre il 99,9 % delle particelle con diametro pari o superiore a 0,3 micron. Questa dimensione è cruciale perché è considerata la Most Penetrating Particle Size( MPPS), ovvero la dimensione più difficile da catturare per i filtri.
DINAMICA DEI FLUIDI
Il teorema di Bernoulli, che regola la dinamica dei fluidi ideali, è valido anche per i fluidi reali?
In generale il teorema di Bernoulli nella sua forma classica e più semplice non è valido per i fluidi reali. Esso è valido secondo l’ ipotesi che un fluido non sia viscoso, che sia incomprimibile, che scorra secondo un moto stazionario, che non sia soggetto a fenomeni vorticosi. Al contrario i fluidi reali sono per definizione viscosi. La presenza di viscosità e le turbolenze che si creano nel moto e in corrispondenza di curve, valvole o cambiamenti di sezione, provocano una dissipazione di energia meccanica( che si trasforma in energia termica, ovvero calore) lungo la direzione del moto. Per poter applicare il teorema di Bernoulli ai fluidi reali, è necessario modificarne la sua formulazione aggiungendo un termine che tenga conto di questa energia dissipata, rappresentante le perdite di carico.
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