12 TIS n. 419 APRILE 2025 I www. infoimpianti. it
L’ ESPERTO RISPONDE
DOMANDE APERTE
di Pierfrancesco Fantoni
Le risposte sui temi segnalati dai lettori
PARAMETRI DI EFFICIENZA ENERGETICA
Che cos’ è lo SCOP riferito alle pompe di calore? Che differenza c’ è rispetto al COP?
Lo SCOP( Seasonal Coefficient of Performance, ossia coefficiente di prestazione stagionale) è un indicatore dell’ efficienza energetica delle pompe di calore. A differenza del COP( Coefficient of Performance, coefficiente di prestazione), che misura l’ efficienza in condizioni generali di funzionamento senza fare alcun riferimento specifico, lo SCOP considera le variazioni di temperatura durante l’ anno, fornendo un quadro più realistico delle prestazioni. Questo parametro indica il rapporto tra l’ energia termica fornita dalla pompa di calore e l’ energia elettrica consumata per il suo funzionamento, calcolato su base stagionale. Poiché per il suo computo si |
devono prendere in riferimento le variazioni climatiche, lo SCOP riflette meglio il rendimento effettivo della pompa di calore nel corso dell’ anno. Infatti uno dei fattori che entrano in gioco nel calcolo dello SCOP è la temperatura esterna: le pompe di calore tendono ad essere meno efficienti a temperature |
esterne molto basse. Un valore di SCOP elevato indica una maggiore efficienza energetica e, di conseguenza, minori costi di esercizio. Per le pompe di calore moderne, un valore di SCOP superiore a 4 è considerato buono, anche se specifiche normative indicano quali sono |
i migliori valori di riferimento da prendere in considerazione. Ciò significa che per ogni kWh di elettricità consumata, la pompa di calore produce 4 kWh di calore. Non va dimenticato che il valore effettivo può variare in base a diversi fattori, come il tipo di pompa di calore, le condizioni climatiche locali e l’ isolamento dell’ edificio. Le pompe di calore geotermiche tendono ad avere valori di SCOP più elevati rispetto a quelle aria-acqua, poiché la temperatura del suolo è più stabile nel corso dell’ anno. Anche la tipologia di sistema di riscaldamento può influenzare lo SCOP( ad esempio, radiatori o riscaldamento a pavimento). |
UNITA DI MISURA
È vero che per la potenza frigorifera di un impianto di condizionamento si può impiegare la short ton of refrigeration?
Lo short ton of refrigeration, o piccola tonnellata di refrigerazione, è un’ unità di misura della capacità di raffreddamento, utilizzata principalmente negli Stati Uniti. È importante distinguerla dalla short ton, che risulta essere, invece, un’ unità di massa e che è nota, anche, come tonnellata americana e equivale equivale a 2.000 libbre, ossia circa circa 907,185 kg e viene comunemente impiegata, sempre negli Stati Uniti, per misurare grandi quantità di merci, in particolare nel settore
industriale e commerciale e per esprimere il peso di carichi di trasporto, come quelli di camion e navi. La short ton of refrigeration, invece, è definita come la quantità di calore necessaria per fondere una short ton di ghiaccio puro a 0 ° C in 24 ore. In via approssimativa corrisponde a circa 12.000 BTU / ora( British Thermal Units per ora), vale a dire circa 3,5 kW. Essa viene impiegata per misurare la capacità di raffreddamento di sistemi di condizionamento dell’ aria e
di refrigerazione, sia in ambito residenziale che commerciale e industriale. Dal punto di vista concettuale la sua creazione deriverebbe dall’ esigenza di esprimere quanto ghiaccio si renderebbe necessario per fornire un determinato livello di raffreddamento: questo perché prima della creazione della macchina frigorifera il raffreddamento degli ambienti e delle derrate alimentari si otteneva mediante l’ impiego di grandi masse di ghiaccio.
IMPIANTI TERMOIDRAULICI
Come sono fatti e quali sono le caratteristiche principali degli impianti a“ ragno”?
Gli impianti a ragno” non sono altro che dei sistemi di distribuzione dell’ acqua, sia calda che fredda, che si basano su un elemento centrale chiamato collettore. Infatti il nome che tradizionalmente viene assegnato a questi sistemi è impianti a collettore. Questo componente funge da punto di partenza per le tubazioni che raggiungono i vari punti di erogazione dell’ acqua all’ interno di un edificio. Il collettore è il cuore dell’ impianto, un elemento che distribuisce l’ acqua ai vari punti di utilizzo. Solitamente, esistono collettori separati per l’ acqua calda e per l’ acqua fredda. Essi possono essere installati a parete o all’ interno di un apposito vano tecnico. A differenza degli impianti tradizionali, dove le tubazioni si diramano in serie, nell’ impianto a collettori ogni punto di erogazione è servito da una tubazione indipendente. Questo riduce il numero di giunzioni e, di conseguenza, il rischio
di perdite. Le tubazioni utilizzate sono generalmente flessibili e in materiali come il multistrato. Ogni singola tubazione è dotata di una valvola che permette di interrompere il flusso d’ acqua in modo indipendente dalle altre. Questo facilita la manutenzione e la riparazione di eventuali guasti. Tra i vantaggi di questi sistemi possiamo elencare una maggiore efficienza energetica in quanto la distribuzione indipendente dell’ acqua riduce le perdite di carico e garantisce una pressione costante in tutti i punti di erogazione. Per certi aspetti la manutenzione risulta essere facilitata in quanto la presenza di valvole individuali permette di intervenire su un singolo punto di erogazione senza interrompere l’ erogazione dell’ acqua in tutto l’ edificio. Un altro punto a favore è la flessibilità in quanto l’ impianto a collettori si adatta facilmente a diverse configurazioni e può essere ampliato o modificato in base alle esigenze.
FLUIDI FRIGORIFERI
Che cosa sono i fluidi bassobollenti? Hanno qualche attinenza con i refrigeranti? A cosa si deve il loro nome?
I refrigeranti vengono anche detti liquidi bassobollenti perché hanno un punto di ebollizione molto basso, ovvero evaporano facilmente anche a temperature molto basse. Questa proprietà è fondamentale per l’ azione che devono svolgere nei sistemi di refrigerazione e condizionamento. A seconda delle caratteristiche e delle finalità d’ uso del circuito frigorifero in cui sono presenti, i refrigeranti vengono fatti evaporare anche a temperatura estremamente basse se confrontate rispetto a quella dell’ acqua. Questo significa che possono passare dallo stato liquido a quello gassoso( evaporare) assorbendo calore anche a temperature di-70 o-80 ° C, tanto per fare un esempio. Questa caratteristica è essenziale per l’ efficacia di un ciclo frigorifero, che si basa proprio sull’ evaporazione del refrigerante per sottrarre calore, ossia per produrre un certo effetto frigorifero. Mentre nel settore del condizionamento civile dell’ a- ria generalmente non sempre è necessario poter disporre di un liquido bassobollente, dato che l’ aria non deve essere raffreddata a temperature molto basse, nel settore della refrigerazione, industriale e commerciale, questo è essenziale per poter raggiungere le temperature estremamente basse che sono necessarie, ad esempio, per poter congelare le derrate alimentari
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