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Animali e superstizioni
a cura del Dott. Fabio Schirru
Credenze popolari connesse agli animali hanno
accompagnato la storia del mondo per millenni.
Per migliaia di anni le superstizioni riguardanti cani e gatti
hanno influenzato il comportamento delle persone, tanto
che nel comune linguaggio e nell’immaginazione collettiva è
spesso convinzione che i gatti neri portino sfortuna o che un
cane che urla preannunci la morte di qualcuno.
F orzature nei comportamenti e situazioni inibenti hanno
creato e possono creare comportamenti superstiziosi: nel
primo caso facciamo qualcosa o assumiamo un determinato
comportamento perché crediamo che farà aumentare le
probabilità di ottenere il risultato desiderato (lo facciamo
per fortuna); nel secondo caso non facciamo qualcosa
perché non vogliamo che qualcos'altro accada (porta
sfortuna).
sf
Anche gli animali mostrano comportamenti superstiziosi,
ma a differenza degli umani che si tramandano – o meglio si
contagiano – riti scaramantici, non sembrano trasmettere
quelle strane credenze ai loro simili. Mentre è ampiamente
accettato tra le persone che camminare sotto una scala
porti male, la convinzione del mio gatto che graffiando quel
divano otterrà il suo cibo non (necessariamente) è una
convinzione diffusa tra i gatti.
co
Negli animali domestici le superstizioni si possono
sviluppare attraverso il processo di educazione, quando
l'animale fraintende la lezione dell’addestratore.
Gli animali possono anche sviluppare un comportamento
superstizioso come una difesa contro i predatori o come un
modo per catturare le prede. Un animale può sentire un
suono che non riconosce e nascondersi , per paura o per
appostarsi, perché a quel suono sconosciuto ricollega la
quasi sicura presenza di un predatore o di una preda. In
questi casi la sopravvivenza dell'animale rafforza l'idea che
l'azione funzioni.
Nel 1948, B.F. Skinner aveva osservato il comportamento
superstizioso di alcuni piccioni convinti che a determinate
loro azioni (muovere la testa in su e in giù) corrispondesse il
rilascio di cibo, tutto per il semplice fatto che i distributori di
becchime erano stati programmati automaticamente per
erogare il cibo a intervalli prestabiliti.
Proprio come un bambino crede nel suo “talismano
portafortuna”, un animale crederà in una certa azione
inutile e non correlata che porterà a un premio (il cibo o
l'attenzione del padrone).
Gli animali però sanno anche rinunciare a un
comportamento superstizioso quando questo si rivela
infruttuoso. E noi?
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