IL BRIGANTE ED IL GENTILUOMO Il brigante e il gentiluomo II | Page 29

tutti, alzò il passo calpestando la terra con ancora più forza. Garibaldi si muoveva alla volta di Napoli, erano giorni di guerra, di violenze e tradimenti, di rivolte ed in- trighi. Prima erano venuti i moti, poi la primavera dei popoli, sembrava che tutto potesse essere manipolato, sedato; Mi- chele era stato a guardare, aveva sentito soffiare e ribollire lo spirito dei tempi, ci furono le prime avvisaglie con scon- tri, sommosse, rivolte, concessioni, ritrattazioni e ancora rivolte. Poi venne il 1860 ed iniziò a girare la voce dei «Mille». Mille uomini con alla testa Garibaldi si erano im- barcati su due navi a Quarto facendo rotta per il Regno delle Due Sicilie. In breve, dopo lo sbarco a Marsala, anche Palermo cadde sotto la dittatura del Nizzardo, le truppe regie arretrarono ritirandosi a Messina, ma l’impresa pro- seguiva e la Sicilia veniva liberata dalle truppe degli invasori ai quali si erano uniti numerosi disertori. Fu un crescendo di battaglie e ritirate che si decisero con la definitiva batta- glia del Volturno; fu lì che re Francesco perse il regno che i suoi avi avevano governato per oltre un secolo. Il salone del turrito maniero rimbombava del vociare continuo; agenti borbonici, ministri, faccendieri. L’agitazione riempiva gli animi e i cuori. ─ Alcune province si sono già sollevate, sono borghesi ed intellettuali che manipolano quattro contadinotti pove- racci … la maggior parte della gente è con noi, il popolo è con noi. ─ Ci spazzeranno via lo stesso, l’avete visto quello che hanno fatto a Magenta … ci conviene contrattare, mettere - 22 -