IL BRIGANTE ED IL GENTILUOMO Il brigante e il gentiluomo II | Page 11

I dati somatici ce lo consegnano brachicefalo dal volto appiattito, riproducente nei tratti i feroci istinti dell’umanità primitiva. Chi ne scrisse (Emmanuele Jacovelli, Abele De Blasio, Luisa Sangiuolo), pur non avendolo conosciuto, tese a presentarlo criminologicamente come delinquente nato , che avrebbe avuto, secondo la classificazione Lombroso-Ferri , la tendenza innata, quasi congenita, a commettere delitti. Sulla scorta di dati attendibili, desumibili dalle sincrone atte- stazioni giudiziarie, lo si può, invece, definire un bruto-energumeno per impulso prepotente dell’ambiente, delinquente per tendenza e disadat- tato con la propensione alla commissione di crimini per mancanza di riferimenti positivi (appena adolescente divenne orfano di padre) e per carenza di affetti, incline al tradimento. Mi sembra di poter concludere riconoscendo l’utilità di fondo di questa reminiscenza di Briganti e di Gentiluomini , intrisa della ma- linconia, taciturna amica del pensiero , da sempre impronta distintiva delle contrade di Puglia. Il 15 di luglio 2015. Mario A. Fiore