il bordo dell'inferno climate fiction - guerre del cambiamento climatico | Page 73

armato americano e si sedette sul bordo della fiancata, appoggiando la schiena alla torretta, poi diventò scuro in viso. Kumi guardò Shami e disse –Siamo soli, un’altra vo lta!- poi grossi lacrimoni scesero dagli occhi del bimbo, il quale piangeva senza fare rumore, senza emettere un fiato. Shani fece un rapido giro intorno al tank americano, era stato colpito sul lato sinistro, era tutto bruciato ed aveva un grosso buco da cui si vedeva parte della torretta interna che probabilmente era bruciata all’interno. Shani si avvicinò a Kumi e disse –E’ ancora bello il tuo carro armato, anche se ha un grosso buco sul lato sinistro-Sì!- rispose il bambino guardando la giovinetta. -Kumi, la ruspa non la vuoi più?!- chiese Shani mentre cercava di distogliere il bimbo, facendolo parlare. Kumi continuava a piangere in silenzio, i suoi occhi perdevano lacrime come una cannella guasta, scosse la testa, ma non disse una parola. -Kumi, posso salire sul tuo carro armato?- domandò Shani. Kumi guardò Shani, tirò in su con il naso e poi si asciugò gli occhi con il dorso del braccio, poi annuì. La ragazzina s’arrampicò silenziosa sul carro e si sedette accanto al picco lo Kumi. -Che cosa facciamo adesso?!- chiese Kumi guardando Shami. -Nel mio zaino, ho una scatoletta di carne, della frutta sciroppata ed una bottiglia d’acqua che è quasi piena!- disse Shami, mentre abbracciava il bimbo e con l’altra mano, si toglieva lo zainetto per prendere le vivande. Erano le 6:30 nello stesso momento, un piccolo drappello di marines in formazione ad Y si dirigeva mestamente lungo i bordi dell’aeroporto, sperando in un improbabile extraction point con qualche elicottero proveniente dalla Uss Tarzawa. Il marconista era attaccato alla radio da campo e chiedeva contatto radio con la Uss Tarzawa. D’un tratto un grande sole ad Ovest, s’accese nel cielo albeggiante di Malta!. 73