il bordo dell'inferno climate fiction - guerre del cambiamento climatico | Page 67

67 L’attacco dei Marines all’aeroporto di Malta. Alle 17:40 sbucò dall’altro capo della pista, Abasi con Afia, i due correvano verso la ruspa di Kumi. Abasi impugnava il suo SVD Dragunov, a tracolla sulle spalle trasportava un lanciatore RPG carico ad alto potenziale PG7-VR e forse aveva anche un grosso zaino sulle spalle. Lo seguiva in linea Afia, la quale aveva a tracolla la sua mitraglietta Scorpion, due piccoli zaini: il primo sulle spalle, il secondo indossato alla rovescia sul davanti, reggeva con le braccia come se tenesse una pagaia, un lungo e sottile MANPAD Sa7 carico. Gzifa riferì dell’accaduto ad Abasi, ripetendo nel numero minore di parole possibile, quello che aveva visto al porto di Malta e che orribile morte avevano fatto tutti gli altri del manipolo cartaginese. Abasi estrasse dal suo zaino un AK47 con caricatore a tamburo e due granate e le diede a Gzifa. Abasi le disse di prendere posizione da qualche parte nell’aeroporto, tenendo sotto tiro la ruspa di Kumi, ma doveva stare nascosta e non ingaggiare il nemico, a meno che questo non avesse scoperto Kumi e Shani. I due sarebbero rimasti nascosti nella ruspa. La giovane annuì e corse via come una lepre, verso l’ala Ovest dell’aeroporto. La mitraglietta Scorpion di Gzifa con un nuovo caricatore a tamburo, Abasi lo donò a Kumi, il quale fu spossessato della propria balestra e fu invitato a nascondersi dentro al vano motore della ruspa!. La ruspa lo avrebbe protetto: aveva il serbatoio del carburante vuoto ed era anche stato bucato. Vari pezzi del motore per l’accensione erano stati rimossi, non ci sarebbe stato verso per gli americani d’accendere il motore della ruspa, riparare la pista