il bordo dell'inferno climate fiction - guerre del cambiamento climatico | Page 64
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Il contro-attacco dei Marines.
Alle 17:10 Gzifa tornò all’aeroporto, era tutta impolverata come se
le fosse caduto un muro addosso, la giovane si sedette sui cingoli
della ruspa e pianse per un paio di minuti.
Kumi era seduto come un re nella cabina di pilotaggio, sulla sedia di
una grossa ruspa e dondolava i piedi avant i ed indietro, mentre
guardava Gzifa piangere. Kumi non sapeva cosa le fosse successo,
ma avendo visto che della falange cartaginese partita per attaccare
il porto, era tornata solo lei, Kumi aveva già capito il finale della
storia, che la giovane avrebbe raccontato di lì a poco.
Shani diede una bottiglia di plastica con dell’acqua alla giovane, la
quale smise di piangere, bevve poi iniz iò a raccontare quello che
aveva vissuto.
Gzifa, Bisa e Yao si erano appostati in ordine sparso ai primi piani di
tre case ed avevano tiro sia sul porto, che sulla spiaggia
prospiciente, quì vi avevano trovato una seconda falange
cartaginese che non era ancora entrata in azione ed attendeva
l’opportunità d’attaccare il porto. Nello stesso momento, Azibu,
Dume, Ngozi e Kalinda, Usutu, con i due carretti di munizioni, RPG,
razzi per MANPAD erano riusciti in silenzio a rinforzare la penisola
destra del porto, come aveva detto Abasi. Lì c’avevano trovato un
paio di cartaginesi sopravvissuti della prima falange destinata alla
conquista del porto. Lo aveva visto lei!, con i suoi occhi, con un