il bordo dell'inferno climate fiction - guerre del cambiamento climatico | Page 52
poteva bere l’acqua dalla tanica con la cannuccia, tutta quella che si
voleva, perché poi si sarebbe trovato altra acqua a Malta!. Abasi
fece bere mo lta acqua a tutti e poi gettò la tanica vuota in mare
verso il tramonto, così la barca avrebbe avuto meno peso e Malta
sarebbe stata raggiunta prima!. L’unica cosa che non piaceva a
Kumi di questo viaggio in barca, erano i mo lti nastri di munizioni
posti a prua della barca, le cui punte di metallo infastidivano le
gambe del bambino. Comunque sarebbero dovuti arrivare a Malta
nella notte, intorno alle 3:40.
Kumi teneva la testolina rialzata sopra la prua della barca,
osservava l’isola di Malta che si avvicinava. Aveva 8 anni, era
l’unico a non portare armi da fuoco, ma non era disarmato. A parte
un paio di fumogeni, aveva una letale balestra gengiskana in
vetroresina, tantissime frecce di metallo e legno, con punta in
acciaio che portava nel suo cesto a tracolla. Kumi sapeva usare
benissimo la sua balestra, era stato addestrato con cura dai
gengiskani un paio di mes i fà nelle battaglie della savana. Sapeva
trovare le tracce, orientarsi con le stelle, con la balestra aveva già
ucciso varie jene, oltre ad un leone ferito che l’aveva aggredito
mentre era in ricognizione nella morente savana, per un
distaccamento che avanzava su Khartum.
Sopra la picco la T-shirt logora di un colore rosso sbiadito, Kumi
aveva un fischietto ad ultrasuoni, una piccola pila e nel marsupio
era riposto con cura dentro ad uno straccio, un piccolo specchio. Poi
c’era una manopola di una ruspa, una scatola di fiammiferi, un
accendino, una picco la tronchese con manici in plastica isolante. Al
fianco aveva una fondina legata con lo spago con un coltello,
indossava un paio di ciabatte di gomma.
Kumi era lo “scout” del fireteam, di giorno era quello che apriva la
strada in avanscoperta, perché lo sapevano tutti che gli europei non
sparavano ai bambini soldato!.
Se c’era qualche guaio in vista, Kumi usava il suo specchietto
per fare segnalazioni visive oppure correva indietro come il vento,
per riferire ciò che aveva visto. Di notte, in caso di guai per l’unità
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