il bordo dell'inferno climate fiction - guerre del cambiamento climatico | Page 45
Forse si era fatto strada nella mente degli strateghi del
Pentagono, l’idea che Malta così co me tutte le “Yellow buffer zones”
non fossero aree difendibili e consumare truppe ed equipaggiamenti
per riconquistare convenzionalmente quelle isole, sarebbe stato
solo un’inutile spreco di preziose risorse militari!.
Forse era chiaro nella mente del tenente Miles (quanto al
FireTeam di volontari che lo seguirono verso l’aeroporto), che
l’iniziativa che prese fosse coerente con la filosofia del corpo dei
marines: dove nessuno è lasciato indietro oppure abbandonato!.
Quindi i pochi marines asserragliat i nell’aeroporto che non potevano
essere evaquati con elicotteri e che necessitavano di rinforzi per
potersi muovere in sicurezza, non sarebbero stati abbandonati su
un’isola che per le 6:30 sarebbe stata nuclearizzata dalla NATO.
Forse il tenente Miles ed il suo fireTeam non s’aspettavano una
resistenza così accanita dei cartaginesi, pur passando di notte, con
le maschere antigas dal paese di Brolli, che era immerso nei fumi
tossici dell’incendio dei depositi di carburante!.
Forse perché in guerra i piani non vanno mai come si è
previsto ed occorre sempre adattarsi, alle nuove condizioni tattiche.
Più semplicemente perché forse, era destino e doveva finire proprio
così: una atomica tattica B61 da un centinaio di kilotoni esplose
sopra Malta, vaporizzando in un attimo buona parte dell’isola!.
45