il bordo dell'inferno climate fiction - guerre del cambiamento climatico | Page 44

nell’aeroporto era rischioso: sia perché i macchinari che erano stati lasciati sulla pista erano stati sabotati, sia perché c’erano mo lti cecchini cartaginesi, che erano nascosti attorno all’aeroporto!. 44 In buona sostanza non c’erano truppe sufficienti per rastrellare e costruire un perimetro di sicurezza attorno all’aeroporto. Per farlo si sarebbe dovuto sguarnire il perimetro di difesa del porto, correndo rischi di subire nuovi contrattacchi nemici, perdendo il controllo del porto!. Non era infatti noto se i cartaginesi (od una porzione di questi) avessero potuto avere maschere antigas, ma ingaggi in zone dove nessun essere umano privo di maschera antigas avrebbe potuto sopravvivere, ce n’erano stati. Era quindi ovvio che il rischio di un contrattacco cartaginese via terra, nel caos della nebbia tossica degli incendi, fosse un rischio reale Inoltre, quando i fumi tossici degli incendi si erano spostati a causa delle diverse condizioni meteo, molti dei civili maltesi accatastati sul porto di Malta, morirono asfissiati, generando un’ecatombe!. Solo una parte fu salvata rinchiudendo i civili in un paio di container vuoti, che poi furono potenziati con delle bombole mediche d’ossigeno puro per ovviare alla CO2 emessa dalle persone, grazie alla Uss Tarzawa che spedì il materiale in tempo avvalendosi di un AAV7. Il capitano maltese chiese disperatamente via radio delle maschere antigas, ma dalla Uss Tarzawa ne mandarono solo per un plotone e mezzo (ossia il numero esatto dei milit i maltesi che erano ancora operativi e sotto il suo comando). Forse il vantaggio tattico delle nubi tossiche degli incendi ai depositi dei carburanti, si erano trasformate per la NATO in uno svantaggio tattico e dal mare le navi statunitensi/droni non permeavano con i loro visori le dense nuvole nere, rendendo impossibile comprendere cosa tatticamente accadesse nella baia.