il bordo dell'inferno climate fiction - guerre del cambiamento climatico | Page 31
Il tenente Miles in piedi sull’altra sponda del porto, osservava con
curiosità ed un po’ di tensione le operazioni di sbarco degli
equipaggiamenti pesanti, dalla Uss Tarzawa.
L’operazione di rastrellamento e chiusura del perimetro di
sicurezza attorno al porto di Malta che aveva effettuato, era stata
un successo: nessuna perdita o ferito subito dai suoi due FireTeam.
Il primo dei due droni Reaper aveva vomitato l’inferno sull’area
occupata dai cartaginesi, mentre contemporaneamente piovvero
con precisione millimetrica granate esplosive a frammentazione,
sparate dal pezzo principale del destroyer Uss Popeye. Quando
l’AAV7 del tenente Miles prese terra, dal portellone posteriore
scesero rapidamente i due FireTeam che si disposero in linea
davanti all’AAV7. I due FireTeam iniziarono a sparare sui pochi feriti
ed i morti che non erano stati ridotti a brandelli, dallo scempio che
l’artiglieria ed il supporto aereo tattico americano, avevano già
compiuto!.
Il mezzo da sbarco chiuse il portellone e fece marcia indietro,
nascondendosi nell’acqua e restando in attesa di ordini. Nel
frattempo il primo dei due droni Reaper, fece rotta verso la Uss
Tarzawa perché aveva finito tutte le bombe e missili ed ammos di
bordo, da quanto aveva fatto fuoco!.
Non c’era ombra di dubbio, dalla sala tattica della Uss Tarzawa le
regole d’ingaggio erano chiare per i piloti dei droni; il comandante
della task force usava la mano pesante!. Ma d’altronde dato il
contesto, non era più il tempo d’offrire margherit ine ai cartaginesi,
ne era opportuno fare prigionieri. Avrebbero complicato e rallentato
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