Ph Paolo Carilini opere murarie : si compie un ’ operazione di aggregazione di varie funzionalità in un unico prodotto . Alla fine risulta anche una scelta intelligente perché ottimizza quello che è l ’ intervento sulle pareti all ’ interno della doccia . Infatti gli interventi murari provocano sempre un po ’ di “ sospetto ”, nel senso che più si va a bucare , più aumenta il rischio di rendere le pareti meno impermeabili . La colonna ha una sua pulizia e una sua compattezza che aggiunge valore all ’ oggetto . L ’ installazione di un unico elemento evita ulteriori forature e protegge la tenuta delle superfici . Il piano d ’ appoggio integrato in unico elemento costituisce il plus di questa colonna doccia . Al di là della colonna classica , quella col comando , il saliscendi e il soffione , le colonne più evolute danno la sensazione di avere un prodotto completo .
Qual è il suo approccio al design in generale e anche riguardo alla colonna doccia XT486 ? La primissima cosa è quella dell ’ ascolto , ho la fortuna di avere un maestro importante che mi ha dato la possibilità di confrontarmi con realtà molto diverse . Ho avuto la possibilità di accedere , trasversalmente , a mondi molto diversi , ad ambiti e a svariate tecnologie applicate . Ciò mi ha fatto capire che non c ’ è un modo unico di approcciare perché tutto parte dalla comprensione dell ’ interlocutore . Quindi , ogni volta è una nuova storia , bisogna raccogliere il più possibile le informazioni , ascoltare e osservare . Detto questo si passa a ipotizzare delle strade possibili confrontandosi con l ’ azienda e non imponendo la propria visione , ma dando loro la possibilità di valutare quale strada intraprendere . Fondamentalmente credo che l ’ approccio iniziale sia fatto di incontro e di ascolto , solo successivamente interviene la propria sensibilità e la visione personale . Voglio aggiungere che , a volte , alcuni prodotti hanno un percorso facile e nascono velocemente , altri sono più sofferti , ciò accade quando c ’ è , dietro il prodotto , un ’ innovazione o delle complessità da risolvere , in questi casi diventa più difficile arrivare al prodotto finale . Ci sono degli aspetti di cui spesso non sentiamo parlare che sono legati all ’ utilizzazione dei costi , alcuni prodotti dopo una prima release vengono ritoccati , ogni prodotto ha una sua storia . A volte anche il mercato
stesso , oppure le informazioni che derivano dall ’ utilizzo danno delle indicazioni per modificare e migliorare il prodotto stesso .
Come si lega tutto questo con i concetti di service design e strategic design ? Il service design e lo strategic design sono un completamento , fanno parte del percorso del progetto . La sperimentazione fa parte del nostro modo di operare , è un ’ attitudine generale dello studio nel senso che non ci spaventa indagare soluzioni che non siano già consolidate , anzi , a volte serve a supportare nuovi modi di interpretare il progetto . Il fatto di intuire che all ’ interno di un settore diverso si possa applicare una tecnologia , un processo o un materiale non consueti , può a volte portare a risultati inaspettati . All ’ inizio si può creare un po ’ di disorientamento , perché si va a sconvolgere processi già testati . Quindi non è una scelta facile da parte di un ' a- zienda e in tal senso è molto importante il ruolo di chi intuisce la realizzabilità e le potenzialità della novità e che riesce ad aprirsi per provare una nuova strada . L ’ impegno del designer sta anche nel supportare un percorso di cambiamento necessario , ma mai fine a se stesso ..
“ Il piacere è qualcosa di fondamentale nel design , ma anche semplice e leggero ”. Chiuderei con un commento a questa sua bellissima frase … Credo che intimamente e in maniera molto sincera , siano le cose semplici che ci danno maggiore comfort . Sicuramente abbiamo bisogno anche di emozioni forti , però , fondamentalmente , chi fa prodotto non intende realizzare una cosa evanescente destinata a durare poco nel tempo . Credo che ci sia una certa assunzione di responsabilità , sia da parte del designer sia dell ’ azienda , di mettere in piedi un percorso che miri a una certa durata perché nessuno ha l ’ intenzione di inquinare il mondo con oggetti . Parlare di semplicità e leggerezza significa andare comunque nell ’ anima più profonda e più onesta delle cose senza dover aggiungere orpelli perché , se si riesce a trovare quella parte più intima e più profonda , allora , probabilmente , il prodotto sarà più apprezzato .
Progetto di Naomi Hasuike per lo showroom Cristina Rubinetterie , a Milano ( 2017 ).