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Quando da Via Fiori Oscuri , spiavo Gae Aulenti ...
Gae Aulenti nel cantiere della Gare d ' Orsay 1980 , autore non identificato
Se avete qualche volta incontrato e conosciuto , nello loro sede mantovana o in qualche evento fieristico , mondano o culturale , in giro per l ' Italia , i componenti della Famiglia Benedini : Giampaolo ed Emanuele ( così elencati in ordine di anzianità ), saprete che rappresentano la proprietà e gran parte della raffinata progettualità del marchio Agape . E alla loro chiamata nel centro di Mantova , in un piacevole oratorio sconsacrato , eravamo andati ad assistere alla conferenza stampa della mostra alla Triennale di Milano dedicata , sino al 12 gennaio 2025 , all ' architetta e designer Gae Aulenti e alla infinità di preziosi interventi che solo visitando il padiglione dedicato , si coglie per la infinità di interventi nella sua operosa carriera . In questo ex luogo sacro nel centro di Mantova si erano succeduti nel presentare la mostra che era stata inaugurata alla fine dello scorso mese di maggio , Luca Molinari , Nina Bassoli e Beppe Finessi , dopo un saluto introduttivo di Emanuele Benedini , in rappresentanza di Agape e della Famiglia Benedini che ha collocato nella settimana della cultura mantovana , anche questo avvenimento . E mentre ascoltavo i tre esperti mi sono ricordato di due fatti accaduti a chi scrive questo pezzo , che vedevano Gae Aulenti interprete , suo malgrado , prima di sbirciare , dall ' appartamento di mia zia Jina Telch , che mi ospitava , fine anni ' 60 , guardando dal terzo piano di Fiori Oscuri al civico 3 in Milano , nello studio dell ' architetto , posto in un corpo prominente verso la via Fatebenefratelli . Il secondo , riguarda una lettera autografa che Aulenti mi inviò nel 2003 , per complimentarsi per la edizione del volume con il quale salutavamo i 30 anni di edizione de " il Bagno Oggi e Domani ", dichiarando sua sponte , che " nella quantità di pubblicazioni in circolazione , riteneva che la stesura del nostro libro fosse una corretta rilettura dei cambiamenti intervenuti nello spazio bagno ". ( OgC )
Mario Rossi era la Catalano Ceramica !
La proprietà di Catalano Ceramica da pochissimo tempo è entrata a far parte di un Gruppo Finanziario che ha rilevato ciò che per molti decenni ha fatto parte della Famiglia Rossi . La notizia con la quale apro questo commento è nota ai più ma offre l ' umano pretesto per ricordare quella mente creativa che fu Mario Rossi , da poco scomparso e del quale abbiamo un forte e preciso del Suo saper inventare . Non lavorava solo plasmando le nuove e coraggiose forme , che di questi tempi siamo abituati a vedere sempre più da un numero crescente di industrie che hanno colto , in tempi successivi , lo stimolo di questo Produttore coraggioso ( talvolta incosciente ) che passava dal produrre piatti e vasellame al voler rendere sempre sofisticato il bagno che negli ' 70 cavalcava un design deciso e vincente . Dico questo perchè una cinquantina di anni addietro , ho avuto l ' opportunità di fare la Sua conoscenza a bottega , dove lavorava un giovane professore della Università La Sapienza di Roma , Giancarlo Martino ( oggi mio compagno di selezione del design in ADI ), che completava il lavoro approntato da Mario portando a termine le idee progettuali di Rossi che hanno fatto del marchio Catalano il sinonimo - non solo europeo - dell ' innovazione nello spazio bagno negli ultimi quarant ' anni . Come avrete colto , in questo strano mio saluto finale , a un Visionario della ceramica sanitaria , ho desiderato raccontare , da dove Mario fosse partito nello stabilimento a Fabrica di Roma e dove è stato capace di traguardare , con gli applausi di molti che lo hanno apprezzato e la soddisfazione di architetti e utenti , molti dei quali ben oltre i confini nazionali . Così lo abbiamo conosciuto e così lo ricordiamo con l ' affetto e il fraterno ringraziamento che mi ha sempre riconosciuto in decenni di vivace collaborazione . Oscar , con tutta la redazione , gli dice Ciao Mario ! ( OgC ).
P . L . Freschi spazia nel progettare per l ' industria
Le occasioni per fare conoscenza di nuovi progettisti , che si muovono all ' interno di un design non legati in modo monotematico da specialistici radicali a limitate discipline , fioriscono nei modi più impensati . Ad esempio nel recente Cersaie di Bologna , in cui sono stato per la decima volta consecutiva chiamato - da ADI e Confindustria Ceramica - a far parte di una giuria in fiera , per cercare con altri giurati il meglio delle novità esposte , ho finito per fare l ' interessante conoscenza di un signore , per bene , che viene da Imola e che era stato chiamato a fare il mio stesso lavoro di selezionatore . Ho capito , girando fra gli stand e commentando i prodotti che aveva ampia conoscenza dell ' industrial design . Finale , forse un po ' scontato per un curioso quale ritengo di essere , lontano da favoritismi di maniera , ho finito per chiedere di vedere qualcosa che aveva disegnato e poi realizzato . Il giorno successivo il Signor Freschi è arrivato con un ordinatissimo catalogo stampato con una infinità di macchine e oggetti disegnati . Non mi sono soffermato più del dovuto sullo sfogliare la novantina di pagine con illustrazioni in bianco e nero e a colori del libro quadrotto che riproduciamo a corredo . E spiego anche il perchè di questo mio superficiale superamento delle illustrazioni perchè Pier Luca Freschi mi ha mostrato una serie assai interessante di disegni e rendering con soffioni e accessori per doccia a mio modesto avviso di grande interesse , sia per i normodotati che per i portatori temporanei o definitivi di handicap . Non ho chiesto di concedermi la pubblicazione di quegli schizzi mostrati in fiera a Bologna e più che significativi per coglierne il valore . Voglio suggerire alle aziende interessate e che operano nel settore specifico di chiamarci in redazione : se hanno desiderio di guardar dentro a queste proposte che ho avuto per le mani , lo devono fare con chi avuto l ' idea .( OgC )